SANDRO FERRI e SANDRA OZZOLA – EDIZIONI E/O

Realtà innovativa del panorama
editoriale con l’obiettivo di stimolare
il dialogo tra culture diverse

Edizioni e/o è una casa editrice fondata nel 1979 da Sandro Ferri e Sandra Ozzola inizialmente specializzata nelle letterature dei paesi dell’Europa Orientale, e poi sempre più orientata ad allargare i suoi orizzonti: “abbiamo iniziato a portare in Italia le letterature dell’Europa dell’Est, quando vigevano nei loro confronti ostracismo o strumentalizzazioni politiche. Sono di questi primi anni gli incontri con alcuni grandi autori dell’Est tra cui Milan Kundera, Bohumil Hrabal, Christa Wolf, Kazimierz Brandys, Christoph Hein. L’attenzione agli spazi considerati marginali da gran parte dell’editoria di casa nostra ci ha portato a scoprire opere e autori di grande interesse e originalità come Pedro Juan Gutiérrez, Chinua Achebe e Abasse Ndione, così letterariamente sconosciuti ai più ma così vivi nelle loro espressioni artistico-culturali”. Dai primi anni Novanta la casa editrice ha avviato una fortunata collana di tascabili nella quale vengono riproposti i titoli di maggiore successo. “edizioni e/o ha per sua natura un pubblico molto affezionato, che segue la sua produzione sin dagli albori e apprezza le proposte letterarie che nel tempo ha promosso e sostenuto. Il numero di lettori è aumentato di molto nel tempo, diversificandosi e specializzandosi di pari passo con l’esplorazione, in termini letterari, di nuove aree geografiche e di nuovi generi. Ad ogni modo è conservando lo zoccolo duro di lettori forti e appassionati nonché il rapporto di fiducia che con questi si è instaurato che abbiamo potuto via via aprirci a nuove sfide”. Nel 2005 edizioni e/o dà vita alla nuova Europa Editions, casa editrice “sorella” con sede a New York, che pubblica negli Stati Uniti e in Canada libri tradotti da tutto il mondo: “la passione per lo scambio culturale e per il dialogo che caratterizza le edizioni e/o è stata la spinta alla creazione di un nuovo ponte tra le culture europee, quelle del sud del mondo e quella nordamericana. Roma sta diventando negli ultimi anni la capitale dell’editoria indipendente in Italia, distanziandosi culturalmente da zone in cui sono i grandi gruppi editoriali a dominare la scena. Il punto di forza è caratterizzato dalla vivacità dell’atmosfera, dettata dall’originalità delle scelte delle case editrici indipendenti e dalle loro peculiarità dal punto di vista culturale e progettuale. È evidente che l’intensa e assidua partecipazione alle numerose manifestazioni che hanno luogo sul territorio durante l’arco dell’anno (da “Piùlibripiùliberi” al “Festivaletterature” di Massenzio, fino a “Libri Come e Roma Si Libra”) sono la testimonianza di un fervore culturale sempre più attivo. Trattandosi di editoria indipendente non si può fare affidamento sulle disponibilità economiche delle grandi concentrazioni editoriali. Per questo, dal nostro punto di vista, aumenta sempre di più il bisogno di schierarsi a favore di una letteratura di qualità che incuriosisca e convinca il lettore. Ci auguriamo che in futuro il grande fermento culturale della nostra città, non solo in ambito editoriale, possa rendere Roma sempre più variegata e multiforme nella sua offerta culturale”.
www.edizionieo.it

ROSANNA GANGEMI e STEFAN POLLAK DROME MAGAZINE

Tra i capofila delle riviste d’arte
contemporanea in Europa.

Ideata e diretta da Rosanna Gangemi e Stefan Pollak “Drome magazine è la rivista che sei anni fa non c’era (e non esiste ancora format simile, ma oggi vanta diversi eredi di intenti) e che avremmo voluto leggere, quella da cui trarre ispirazione, che racconta l’arte di oggi, con la scusa dotta di un tema, e le sue tangenze con le altre forme d’arte”. Così la descrivono Rosanna Gangemi, direttore editoriale, e Stefan Pollak, art director. “È considerata tra i capofila della nuova generazione delle riviste d’arte contemporanea in Europa. Fondendo memorie del prima con previsioni del poi, Drome si muove per scardinare certezze e seminare dubbi, offrendo un contenuto che, grazie al taglio monografico, non scade mai. Drome è copyleft sperimentale, con una vocazione a scoprire nuovi talenti, affiancati da nomi noti”. Il trimestrale nasce il 14 Giugno del 2004 a Roma, nel quartiere Pigneto, anticipato da una festa alla Locanda Atlantide, dove molti artisti si esibiscono gratuitamente per raccogliere i soldi per fondare l’associazione culturale messinese-romana, Phlegmatics, editore di Drome. “Abbiamo vissuto la crescita del Pigneto sin dagli esordi. L’energia di un quartiere in via di ridefinizione ci ha sicuramente contagiati. Sin dal primo numero, Drome era in vendita da Feltrinelli come nelle neonate librerie del Pigneto. Per festeggiare il secondo anno di vita della rivista, abbiamo organizzato “Alma Dromestica”, evento artistico e psico-geografico che ha coinvolto l’intero territorio, con oltre mille visitatori, e che ha fatto scoprire a tanti romani una zona in cui non si erano mai avventurati. E poi, il nostro personale contributo al «decoro urbano» è stato l’affissione del primo poster di Sten & Lex sull’isola pedonale, divenuto la copertina del numero sul “doppio”. La rivista è il frutto della forte sinergia esistente tra Rosanna Gangemi, siciliana trapiantata a Roma, e Stefan Pollak, franco-austriaco cresciuto tra la Germania e il Medio Oriente. “A un certo punto della nostra storia di coppia – dicono – anziché fare un figlio, abbiamo dato vita a un giornale”. Entrambi ne diventano anche gli editori, con Phlegmatics che, negli anni, si distinguerà anche per la creazione di eventi legati all’arte, alla cultura contemporanea e alla moda, frutto di tante sinergie fra diversi attori in ambito europeo. Il logo di Drome è oggi un simbolo che raccoglie intorno a sé la vasta community dei dromers, che si riconosce in un periodico che non rappresenta un movimento specifico, ma le punte d’eccellenza delle varie espressioni artistiche contemporanee. Il nome Drome, invece, deriva dal greco antico e significa corsa, circuito. “L’abbiamo scelto perché rappresenta il dinamismo della realtà contemporanea e perché è usato come suffisso in moltissimi idiomi. Forse, inconsciamente, sapevamo già che Drome avrebbe varcato i confini patri, come poi è avvenuto. Difatti, oggi è distribuito in più di venti Paesi e partecipa annualmente ad oltre venti manifestazioni da una parte all’altra del globo, ma ci guardano tutti stupefatti quando affermiamo che la rivista è romana. Il nostro auspicio è che la città investa sulla produzione e diffusione culturale contemporanea, in modo che altri progetti come Drome possano crescere e che nessuno si stupisca più di quanto Roma sia una città in fermento”.
www.dromemagazine.com

PAULO LUCAS VON VACANO – DRAGO

Un trend bureau glocal che scopre e
promuove i “fiori del male” dei nuovi
talenti nostrani

“Aka Bin Von aka Drago Nero, tedesco di origine ma romano de core”. Ama definirsi così Paulo Lucas von Vacano, figlio di ambasciatori, che nel 1966 nasce a Madrid, si laurea in Scienze Politiche a Francoforte e, dopo diverse esperienze in ambito diplomatico, giornalistico e finanziario, nel 1998 approda all’editoria. Presidente della Castelvecchi, fino al 2001, e di Aspenia (rivista dell’Aspen Institute), dopo tante esperienze in contesti internazionali capisce che Roma è uno dei brand più importanti del mondo, anche perché è “rozza e rude, senza industria della moda, menefreghista e senza inganno”. Il terreno giusto per l’editoria dei fenomeni di strada. Decide così di trasformare il suo amore per la Città Eterna in un’attività costante di comunicazione globale. Nel 2002 fonda la DRAGO, che si sviluppa in primo luogo nell’ambito dell’editoria e poi del trend bureau, della comunicazione, dell’organizzazione di eventi e art consulting e che diventa presto uno dei maggiori osservatori mondiali sull’arte urbana. “Drago – dice Paulo – è un rizoma costruito intorno al Tavolo dei Draghi, luogo in cui ogni anno vengono nominate tre personalità del mindset, al fine di decidere le sorti del gruppo. È un network che si estende in cinquantaquattro paesi e in quattro continenti, e che raggruppa capillarmente personalità di spicco del ceto urbano, che portano avanti lo slogan we start a devolution without weapons”. L’arte contemporanea a Roma è indubbiamente una sfida e l’approccio di Paulo ha rappresentato più volte un modello. “Street Art e Urban culture – dice – sono la mia passione e la mia scommessa. Rappresentano l’unica avanguardia della ‘seconda generazione Pop della prima era della globalizzazione’ perché uniscono strada e internet”. Secondo Paulo il mestiere dell’editore nel XXI secolo deve essere “ludico, sperimentativo, all’avanguardia e sempre alla ricerca di nuove tendenze. La carta stampata è diventata in qualche modo uno dei tanti supporti attraverso i quali un libro, o l’idea di un libro, si diffonde e commercializza”. Giocare con la lingua è la sua specialità. Sic! ne è un chiaro esempio: Systema of Independent Culture, quello che alla DRAGO si coltiva. Trasformare Roma attraverso la cultura del Sic! è il modo di vedere la globalizzazione attraverso l’arte. “Siamo radical street e il nostro linguaggio è quello dei fumetti, della tv e della cultura pop globalizzata. Inoltre, alla Drago siamo tutti stranieri o mezzo sangue, approdati a Roma, città meticcia per eccellenza”. Con all’attivo più di seicento pubblicazioni e diversi articoli alle spalle, ha curato e realizzato eventi tra i quali la più grande mostra sui Kennedy in Europa “Kennedy La famiglia, i valori, una storia” al Tempio di Adriano, Piazza di Pietra, Roma) “Angel of decay”, mostra di Ed Templeton all’Acquario Romano/Palazzo delle Esposizioni e “Via Crucis” del fotografo Andrès Serrano. Paulo definisce DRAGO un “trend bureau glocale che focalizza la sua ricerca a livello romano e italiano scoprendo e promuovendo i fiori del male dei nuovi talenti nostrani. La periferia – dice – è terreno fertile e incontaminato che va coltivato con attenzione e cura, perché è lì che crescono le idee e si sviluppa l’originalità”.
www.dragolab.it

SEBASTIANO BARCAROLI e SIRIANA FLAVIA VALENTI BANG ART

Un magazine per lottatori
mascherati, donne senza silenziatore,
amanti del buon gusto

Bang Art è frutto della mente creativa di Siriana Flavia Valenti e Sebastiano Barcaroli che, nel 2003, danno vita a Stirato Postermagazine, dedicato alle forme più innovative di arte visiva. “Un magazine piegato che non si piega. Stirato poteva essere definito, con una sola parola ‘nuovo’. Baluardo di una curiosità contagiosa: un magazine per scoprire nuove realtà artistiche, una mappa per un viaggio verso l’arricchimento personale e la bellezza. Stirato stesso dovrebbe essere come una forma d’arte. Ogni numero è in primis frutto di un processo creativo, poi un magazine e, solo alla fine, un gadget, il poster”. Nel 2009 nasce Bang Art, edito da Coniglio Editore, “L’unico magazine che al posto dell’inchiostro usa la polvere da sparo. Una rivista che sfugge la noia di un panorama artistico polveroso e presenta il migliore dei futuri possibili, assordando tutti con un Bang! Ogni numero ha collaboratori fissi e collaboratori che vanno e vengono a seconda dei temi trattati. Il movimento è ondulatorio per quanto riguarda le submission e le interviste agli artisti diversi ogni numero. Concentrico per la linea editoriale, ideata e gestita da due persone e, nel caso di eventi organizzati da noi, sussultorio”. In poco più di un anno, Bang Art si afferma come una rivista coraggiosa: “non ci rivolgiamo a un solo pubblico specifico, ma cerchiamo di comprimere nelle pagine quello che piace a noi e che immaginiamo possa piacere, non pensando a come va il trend nella nostra città o Paese. Di solito questa scelta si è rivelata azzeccata e vantiamo la scoperta di artisti che, ospiti delle nostre pagine, sono poi entrati nell’immaginario visivo della città. Il nostro lettore lo immaginiamo in un unico golem, l’unione disordinata di questi famosi personaggi: Jena Plissken, Napoleon Dynamite, Oscar Wilde, Hans Christian Andersen, George A. Romero, Patrick Bateman, Fumo Nero di Lost, una Scimmia Volante di Oz, William Klein, Leatherface e un eremita tibetano”. L’attività editoriale entra nella sfera personale e creativa: “l’esperienza che ha la gamma di emozioni più ampia rimane l’ideazione del nuovo numero. Appena scelto il tema e gli artisti, il resto è una cascata che viene da sola e nessuna diga può fermare. Le modalità di lavoro sono quelle, schizofreniche e romantiche, di una coppia che oltre a innamorarsi, litigare, coccolare i propri gatti, vedere ossessivamente film e vivere insieme, fa anche una rivista d’arte, curandone poetica, coordinamento e grafica. Insomma una follia”. Ma il magazine vive in una comunità che risponde. “È fondamentale il network che si è creato intorno alla rivista sia virtuale (abbiamo dovuto aprire un secondo facebook per le troppe richieste di amicizia), sia reale (le persone che accorrono agli eventi che organizziamo). A fare una rivista si rischia di diventare un po’ degli amanuensi, curvi sulle proprie tastiere a scrivere, impaginare, fare PDF. Quando poi si presenta l’occasione di organizzare un evento, quella è la vera sfida. Mettere alla prova la propria capacità di ‘smuovere’ le persone e creare da tante esperienze ‘in differita’, un’unica esperienza comune. Pensiamo ad esempio al We are the be(a)st party, organizzato per la fiera ROMA. The Road to Contemporary Art”.
www.bangart.it
www.stirato.net

FRANCESCA PAVESE – THE WASHING MACHINE

Un fil rouge di comunicazione
e multimedialità che tra Roma
e Milano combina formazione e
attività professionale

“La mia esperienza professionale prende senso e vita a Milano dall’incontro straordinario con il designer Angiolo Giuseppe Fronzoni con il quale ho avuto un’esperienza formativa di tre anni nel suo ‘studio/bottega’. Diventata sua assistente e, dunque, depositaria della sua fiducia, sono tornata a Roma dove sono diventata un po’ il ponte per altri che hanno vissuto l’esperienza ‘fronzoniana’ e che, per vari motivi, sono tornati verso sud. Il mio studio, quindi, ha rappresentato una sorta di succursale di quello milanese, esprimendo un approccio professionale di tipo razionalistico e minimalista. Anche per questi motivi la rete che si è costruita intorno al mio lavoro va oltre i confini della città di Roma e si collega fortemente a Milano e a tante altre città italiane. Così, a volte, succede che a Roma sono visibili, contemporaneamente, più lavori realizzati dalla mia agenzia: comunicazioni e allestimenti di mostre, annunci di eventi culturali del Comune o della Provincia, presentazioni di libri o cataloghi. In qualche modo, quindi, lo spirito progettuale che mi caratterizza si diffonde nel territorio legando ‘magicamente’ luoghi, persone e idee in un unico grande linguaggio visivo”. Si racconta così Francesca Pavese, Design Creative Director per l’agenzia di comunicazione The Washing Machine. Docente di comunicazione visiva presso la Facoltà di Design del Politecnico e dell’Accademia di Comunicazione di Milano, Francesca Pavese mantiene un fil rouge fra il sistema milanese e la città capitolina, cercando di combinare la formazione e l’attività professionale: “ho mandato giovani romani a studiare da A G Fronzoni e ho ‘rubato’ giovanissimi studenti al Politecnico portandoli nella capitale e inserendoli nel tessuto produttivo della nostra città. Il mio studio è sempre stato molto vivace nelle sue dimensioni sia fisiche sia economiche: abbiamo cominciato in due poi siamo passati a tre, cinque, quindici. Abbiamo costruito alleanze con agenzie di comunicazione, con studi d’architettura e di prodotti multimediali ampliando così l’offerta, la potenzialità di ricerca e il volume degli affari. Abbiamo creato legami con scuole tedesche per aumentare la possibilità di scambi formativi”. Oggi, infatti, la sua agenzia vanta un’alleanza con lo studio di architettura di Andrea Mandara (con il quale ha vinto la gara per l’allestimento del Museo di Classe a Ravenna) e con la Pixelage, agenzia leader per la progettazione e la realizzazione di prodotti multimediali. “Il segreto del mio lavoro – dice – è il lavoro stesso. Fronzoni diceva che bisogna lavorare tutti i giorni, 24 ore al giorno. Ogni giorno di non lavoro avrebbe pesato irreparabilmente sulla nostra capacità creativa. Allenare continuamente l’attitudine creativa che c’è in ognuno di noi e che rappresenta una forza vitale incondizionata, ci rende capaci di cambiare il mondo, di progettarlo e di renderlo migliore. Altri segreti sono la ricerca continua, la lettura del quotidiano che ci circonda, la voglia di vedere le cose sempre da un altro punto di vista. Infine la gioia di accogliere le nuove sfide creative come se fossero sempre le più importanti della nostra vita”.
www.thewashingmachinedesign.it

ROMA PROVINCIA CREATIVA