DROME CHILDHOOD ISSUE HAPPENING

Ci siamo!
DROME fa ritorno a Roma per l’evento che celebrerà la tappa conclusiva del tour del numero sull’Infanzia: Giovedì 7 Aprile 2011, nei suggestivi spazi della Fondazione Pastificio Cerere, la crew di DROME al gran completo vi introdurrà al sognante universo plastico e simbolico di Marie Hendriks – presente nel numero in corso in un pezzo a firma di Barbara Polla e di Patrice Maniglier -, che con i suoi lavori ha accompagnato ogni tappa del tour di DROME 18 in giro per l’Europa.

La giovane artista olandese, di base in Belgio, risponde all’invito di PHLEGMATICS / DROME con LES VEILLEUSES, un’installazione site specific, tra video, scultura e fotografia, a cura dei direttori del periodico, Rosanna Gangemi e Stefan Pollak, e sostenuta dall’Ambasciata dei Paesi Bassi.

L’happening sarà accompagnato da un live set a sorpresa e sarà occasione per tutti i dromers della capitale di accaparrarsi la propria diciottesima copia…

Per partecipare e ricevere l’invito elettronico, scrivete di corsa un’e-mail a: addicted@dromemagazine.com

Vi aspettiamo!
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THE DROME CHILDHOOD ISSUE HAPPENING
Giovedì 7 Aprile 2011, dalle ore 18.00
SPAZIO CERERE
Via degli Ausoni, 3 – Roma

www.dromemagazine.com

POLITICA 2.0

Due giornate di lezione, quelle del 24 e 25 marzo dedicate ai nuovi spazi che la politica trova anche sul web. “Interattività” e “confronto” sono solo alcuni dei temi che animeranno un incontro per comprendere al meglio l’interconnessione tra la politica tradizionale e quella digitale oltre alle infinite possibilità e strumenti che la Rete offre ai politici di oggi. In collaborazione con Lo Spazio della Politica e ideato da Ninja Academy, il corso si svolge presso Spazio Informale (via dei Cerchi, 75) e si rivolge ai funzionari pubblici, alle segreterie politiche, ai candidati o ai semplici appassionati di politica. Si è scelto di parlarne attraverso l’esemplificazione di due case history: una nazionale con Nichi Vendola, l’altra internazionale attraverso la figura di Barack Obama. Inoltre al primo giorno di corso seguirà un “Happy Hour 2.0” con un’ospite d’eccezione: Marie Ewald, Online Fundraising Manager durante la campagna elettorale di Obama.
http://formazione.ninjamarketing.it/corsi/politica_2.0
www.ninjacademy.it

IO NON SONO QUI

Una mostra fotografica ispirata a Bob Dylan in uno degli spazi che il quartiere Ostiense offre ai giovani artisti, come il Sinister Noise Club

Dal 22 al 27 marzo 2011 al Sinister Noise Club di Roma l’esposizione fotografica dal titolo “Io non sono qui” ispirata alla figura del cantautore Bob Dylan e all’omonimo film diretto da Todd Haynes, a lui dedicato, che nel 2007 conquistò il Premio Speciale della Giuria alla Mostra del Cinema di Venezia. Il progetto, ideato dalla fotografa romana Giulia Bernini, ospita anche i contributi di Luca Fabbri e Mauro Manni. La mostra nasce all’interno del progetto “Who’s Next Expo” realizzato dal Sinster Noise Club, Via dei Magazzini Generali 4/b (metro Piramide, zona Ostiense), con l’intento di offrire un nuovo spazio espositivo ai giovani talenti che, spesso, si cimentano nel campo da anni, sperimentano e maturano attingendo alla propria creatività ispirandosi “agli stimoli di un mondo in costante mutazione. Per questo il club musicale ha deciso di riservare una zona del piano superiore alle esposizioni, curandone con gli autori la direzione artistica, l’allestimento, il vernissage e la diffusione dell’iniziativa. Nell’immagine una foto di Giulia Bernini che partecipa alla mostra, che ha scelto come didascalia una citazione tratta dal film “I’m not there”: “Noi pollici vagabondi e saltavagoni abbiamo la puzza al naso quando si tratta di macchine. Noi non ci raccontiamo palle. Sono strade solitarie quelle che percorreremo. E qui, lungo la strada che nessuno percorre, dove non si creano preoccupazioni, dove lo spettacolo deve continuare, è dove morirò”.

Giulia Bernini classe1983, nasce a Roma dove vive. Le sue fotografie sono state pubblicate, nel contesto di concorsi nazionali, su alcuni numeri della rivista “Il fotografo”, nonché sui siti internet della Bauhaus Summerschool2010, dell’agenzia AGI, del nightclub romano Sinister Noise e dell’artista Francesco Millo Giorgino. Inoltre ha partecipato alla collettiva “FusOrario – arte e solidarietà senza confini”, organizzata da IncontrArte, la sezione artistica dell’associazione Sulla Strada onlus.
myspace.com/sinisternoiseclub
www.sinisternoise.com

GIANLUCA MARZIANI

La città, il territorio e la creatività: a colloquio con Gianluca Marziani che concepisce la “creatività” una vera e propria energia da tutelare come se fosse una montagna dolomitica di cristallo rilucente.

Vuole tentare una definizione di creatività?
Una visione che diventa intuizione che diventa progetto che diventa struttura che diventa codice. Un lampo rosso dentro il nero, un segnale col potere del segno, un’angolazione anomala dietro la forma sagomata del quotidiano. La creatività è la nostra Pandora avatariana, un’energia da tutelare come se fosse una montagna dolomitica ma di cristallo rilucente.
Quali sono gli elementi fondamentali che definiscono l’industria creativa nell’arte?

La capacità di intuire il cuore nascosto degli elementi quotidiani, la bravura nel metabolizzare quelle particelle nascoste e metterle dentro un motore di messaggi teorici, valori morali e strutture economiche. Il sistema artistico è oggi uno dei più organizzati nella sua filiera, capace di veicolare contenuti e gigantesche catene di interessi. Al contempo, è un meccanismo che lascia estrema libertà ideativa ed esecutiva, soprattutto nei livelli “under” e “over”, quelli in cui le vere idee prendono forma dal basso, dal punto in cui il pensiero si esercita senza vincoli preclusivi col mercato. I più bravi riescono a seguire la maturazione di quel pensiero e a farlo entrare in un sistema funzionale, bilanciando gli equilibri ma senza snaturare il nucleo originario dell’idea.
Quali sono i valori “altri” che lei collega alla creatività?
L’attività culturale, innovativa, ideativa fa bene a “cosa”?

La creatività riuscita è già un valore “altro”, lo stesso atto creativo nasce da un lampo che si accende dove non si era ancora andati. A cosa fa bene la creatività? Al cervello, ai cinque sensi, allo stomaco, al fegato, all’intestino, agli organi genitali, alle articolazioni, ai muscoli addormentati, agli addominali, agli orifizi… Fuori dal corpo fa molto bene allo spirito, ma questo è argomento da digressione filosofica che lasciamo ai contesti adeguati. Oltre le persone fa bene a così tante cose che preferisco non elencarle. La domanda è un’altra: a cosa fa male la creatività?

Nella provincia di Roma esiste una “classe creativa”? E, se sì, ha un profilo peculiare, una serie di caratteristiche che possiamo considerare uniche nel panorama romano?

Roma è una cosmogonia anomala e inclassificabile, un territorio randomico ma fortemente germinativo. Resta una delle aree nodali nel sistema culturale italiano, tra le pochissime geografie italiane dove la molteplicità linguistica si unisce ad una speciale libertà ideativa. Merito di tanta libertà deriva dal poco legame con gli apparati industriali, cosa che invece troviamo in un’area come quella lombarda, più organizzata nelle modalità creative ma meno libera nei meccanismi di slancio iniziale. Di contro, la mancanza di una filiera completa danneggia la creatività romana quando salgono le ambizioni di confronto internazionale. È come se la potenza creativa dei primi stadi diminuisse la sua azione nel momento decisivo, quando si deve passare la dogana del grande confronto in prima linea. Un merito che riconosco ad alcuni romani delle ultime generazioni è quello di viaggiare e creare legami con referenti esteri. Rispetto agli artisti delle vecchie generazioni, mi sembra che alcuni stiano facendo di necessità una grande virtù. Manca la vera forza istituzionale attorno alla creatività? I più attivi rispondono muovendosi molto, scegliendo un nomadismo parcellizzato e virale. Le soluzioni esistono, basta guardarle con le visuali di questi anni e non con le meccaniche dei decenni trascorsi.
Quali sono secondo lei gli indicatori più interessanti dello stato di “salute” della creatività romana?

Sono diversi gli indicatori di un benessere organico del sistema culturale. Contano le molteplici aperture di spazi creativi, la presenza di magazine culturali, gli eventi dentro luoghi anomali che ribaltano le originali funzioni d’uso. Conta molto anche la combinazione linguistica, quella capacità di raccordare linguaggi distanti con eventi e situazioni di riuscito dialogo. Conta la crescita di zone e distretti in cui si raccolgono persone e progetti. Conta la vitalità delle programmazioni, dei festival, delle rassegne, delle società che operano dal basso, delle scuole che producono idee. È il dinamismo continuo che fa la differenza e crea valore. La qualità creativa nasce da un bacino quantitativo: e una città deve alimentare quel bacino, usando ordine e rigore ma non dimenticando che il pluralismo determina la sintesi successiva.
A che cosa dovrebbero portare (o hanno portato) gli investimenti fatti e da fare in campo creativo?

Serve una gestione intelligente degli investimenti, calibrata su due macromodelli: il legame bipolare tra “mittente” e “destinatario”, dove entrambi i soggetti (chi crea da una parte, chi supporta dall’altra) assumono la doppia funzione “mittente/destinatario”, in modo da creare un flusso virtuoso che avvantaggi entrambe le parti; l’altro macromodello riguarda la fuoriuscita a raggiera del legame in questione, ovvero, la capacità di creare interessi e flussi anche al di fuori del dualismo “mittente/destinatario”.

Esiste un caso estero o italiano di “trattamento” riservato alla classe creativa a cui dobbiamo guardare con successo?
Finlandia, Danimarca, Norvegia, Belgio, Polonia… diciamo che buona parte del bacino nordeuropeo offre esempi significativi per capire il supporto concreto alla classe creativa. Vi basterà studiare le politiche culturali di alcuni Paesi e avrete maggiori strumenti di giudizio. In particolare mi sembra che da noi manchi la “cultura europea”, un sentire diffuso che porti le idee verso Strasburgo, verso i finanziamenti che esistono e vengono realmente erogati a chi presenta idee giuste nel modo giusto. Spesso vince la pigrizia, anche perché non è semplicissimo richiedere un finanziamento comunitario. Ma posso assicurarvi che gli euro ci sono e le modalità di selezione premiano i progetti intelligenti.
Esiste un’esperienza che considera esemplare per le sue competenze e capacità? Quale?

Il passato riporta giustamente al caso di Adriano Olivetti, un archetipo per chiunque voglia indagare l’uso funzionale delle risorse in ambito creativo. Il presente ha molti esempi, quasi tutti provenienti dal Nord Europa, dal Giappone e dalla California. Non entrerei nello specifico ma posso affermare che saranno le aziende private a salvare la creatività di domani. È ormai chiaro lo stallo del nostro sistema politico, non troppo dissimile da quello di altri Paesi che stanno delegando ai privati l’intervento in ambito culturale. Certo, ci vorrebbe maggior responsabilità istituzionale, però bisogna anche capire il radicalismo del cambiamento in atto e orientarsi verso nuovi modelli di mecenatismo attivo. La partita è appena cominciata.

Gianluca Marziani, nato a Milano nel 1970, vive a Roma e lavora in Italia e all’estero. È critico e curatore di arti visive, da anni una firma ufficiale dell’arte contemporanea in Italia. È il curatore del Premio Terna, fin dalla prima edizione, oltre ad essere nel comitato scientifico di numerose iniziative istituzionali, come lo Young Blood, il primo annuario dei giovani talenti italiani premiati nel mondo. Ha curato molteplici mostre in gallerie e musei, pubblicato libri (“N.Q.C.”, “Melting Pop”) e un notevole numero di cataloghi. Numerose sono le monografie pubblicate con case editrici di riconosciuto valore (Skira, Electa, Damiani, Drago, Castelvecchi…). In questi anni ha firmato importanti libri di critica, saggi e monografie su artisti. Durante gli anni ha portato l’arte contemporanea in televisione (Tele+, Stream, Raidue), radio (Radiodue), quotidiani (La Stampa), riviste di settore (FEFÈ, Flash Art, Tema Celeste…), magazine ad alta tiratura (Specchio, Panorama, Time Out, Numéro, GQ, Style, Style Piccoli), magazine di culture contemporanee (Duel, Time Out, Hot, Blue …), web. È tra i fondatori di “Next Exit, creatività e lavoro”, ed è consulente per varie testate. Insegna arte contemporanea allo IED di Roma e collabora con centri di produzione e gallerie private e con musei di arte contemporanea in Italia e all’estero. Da anni è consulente culturale per aziende e multinazionali. A Roma ha collaborato col Comune per progetti legati all’attività artistica giovanile, e per l’Auditorium Parco della Musica, con l’organizzazione di “Scala Mercalli, il terremoto creativo della Street Art Italiana”. È stato da poco nominato nuovo direttore di Palazzo Collicola, che ora ha preso il nome di Palazzo Collicola Arti Visive – Museo Carandente, importante sede di arte contemporanea a Spoleto.

Metropolis. Digital. Art.

Terzo appuntamento di Quasar Outer Space / / / Oltre Spazio Quasar con la lecture Metropolis.Digital.Art. di Giacomo Costa – Tra pittura e fotografia: le nuove possibilità di interpretare e descrivere il mondo. A seguire: Presentazione della 12ma edizione del Master in Hypergraphics, percorso formativo completo di modellazione, texturing e animazione 3D complessa basato su Maya, a cura di Antonio De Lorenzo. Giovedì 24 marzo dalle ore 18:00 presso la sede dell’Istituto in Via Nizza 152 a Roma.

Costantemente alla ricerca di un modo per intervenire sulla realtà fotografica con una libertà creativa simile a quella del pittore, Giacomo Costa scopre che l’uso del computer gli offre una libertà assoluta sulla materia.
Attraverso l’utilizzo delle nuove sofisticate tecnologie digitali in uso nel cinema, infatti, è possibile andare a ricreare immagini fotorealistiche completamente svincolate dal soggetto reale: il risultato è che diventa possibile dipingere in qualità fotografica.

Questo percorso, a metà tra la pittura e la fotografia, dà la possibilità all’artista di confrontarsi con mondi inesistenti nella realtà ma perfettamente presenti nella sua mente e nella sua immaginazione. Si apre quindi il dibattito su cosa sia oggi la fotografia e sulle nuove possibilità di interpretare e descrivere il mondo.

QOS 2011
La lecture di Giacomo Costa è il terzo appuntamento di Quasar Outer Space / / / Oltre Spazio Quasar 2011, la risposta dell’Istituto Quasar all’attuale tendenza evolutiva nel lavoro, nell’arte e nella vita, che sta rendendo sempre più incerto il concetto tradizionale di professione. QOS coinvolge i principali protagonisti del panorama artistico contemporaneo, tra cui designers, grafici, architetti, fotografi, artisti e studiosi, che ne esplorano i limiti ampliandone senso e potenzialità.

Il prossimo ospite di QOS 2011 sarà Vito Campanelli: la sua lecture sulla net.art.media.activism. si svolgerà il 21 aprile 2011.

Giacomo Costa
Nato nel 1970, viaggia e coltiva numerosi interessi fino a quando la passione per la fotografia lo riconduce a Firenze dove apre uno studio fotografico. Attraverso lo studio della figura umana e del paesaggio, prima montano poi urbano, sente sempre più pressante il desiderio di intervenire sulla fotografia con una libertà creativa simile a quella del pittore. Grazie all’incontro con il fotografo spagnolo Richard Nieto, impara ad usare una particolare tecnica per illuminare il soggetto con un punto di luce mobile, che diventa un vero e proprio pennello.
Nel 1994 conosce il critico Maria Luisa Frisa che lo introduce nel mondo dell’arte e così progressivamente abbandona la fotografia commerciale per dedicarsi dal 1996 completamente alla ricerca artistica. Attualmente vive e lavora a Firenze e si dedica al soccorso su ambulanze.
Tra le ultime mostre collettive: 53ma Biennale di Venezia (Padiglione Italiano, Venezia, 2009), Festival della Creatività (Fortezza da Basso, Firenze, 2009), Art Italien (Marlborough Gallery, Monaco, 2008), C-Photo (Phillips De Pury, New York, 2007), Les peintres de la vie moderne (Centre Pompidou, Parigi, 2006).

Ideazione e Coordinamento QOS Quasar OuterSpace / / / Prof. Carlo Prati

Info e Prenotazioni: 06.8557078 – www.istitutoquasar.com

Istituto Quasar Design University Roma
Via Nizza 152 – 00198 Roma
+ 39 06 8557078 – eventi@istitutoquasar.com
www.istitutoquasar.com

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