CHRISTIAN LUDOVICI – LUDO COMMUNICATION

Vetrine che si trasformano in monitor interattivi, all’isegna di un nuovo modo di comunicare

Con un progetto basato sulla trasformazione delle vetrine in monitor interattivi Christian Ludovici e Giancarlo Guizzo, fondatori nel 2009 della Ludo Communication, hanno vinto il “Fondo per la Creatività” della Provincia di Roma. Ludovici e l’ingegnere delle telecomunicazioni Guizzo hanno unito competenze ed esperienze professionali per questa nuova attività. Il primo, dopo gli studi all’ISIA, Istituto Superiore Industrie Artistiche e all’Accademia Nazionale di Comunicazione e Immagine, diventa consulente e collaboratore per il primo sito della Rai e per Mediaset. Collabora inoltre con l’agenzia di grafica e comunicazione FOuR. Art director per Sfera (del gruppo Enel) e responsabile dell’area multimediale del Garante della Privacy, Christian cura il materiale comunicativo e la veste grafica del sito dell’Ambasciata Svizzera in Italia ed esercita l’attività di tutor e docente per Bulgari. “Considero presuntuoso chi si autodefinisce originale, io cerco di esprimere il mio messaggio all’interno di cornici eleganti, pulite, semplici, lasciando al contenuto il ruolo di protagonista assoluto”. In effetti è proprio questo il tema del progetto. Cornici o proiezioni più o meno invasive sulle vetrine, che regalano numerosi vantaggi: un’ulteriore valenza grafica ed estetica, la possibilità della messa in rete, il controllo a distanza e soprattutto una comunicazione interattiva. Ad esempio, si possono mostrare ulteriori contenuti negli archi di tempo in cui le vetrine non vengono sfruttate, soprattutto nelle zone pedonali ad alta frequentazione. Tale progetto è indicativo della più vasta attività di cui si occupa Christian, ovvero la creazione di sistemi innovativi per la comunicazione: “Mi sono formato nel mondo del product design, ho nuotato in quello delle immagini, della grafica, del video e della motion graphic e lì mi sono liberato dei limiti del materico, del producibile: ora disegno dando forma all’immagine dei miei partners. Nell’ambito del prodotto diamo una fortissima importanza all’aspetto sensoriale ed espressivo, soprattutto rispetto al supporto cartaceo e alla relativa tecnica di stampa”. L’ispirazione nasce dal colore degli elementi naturali e dalle loro tonalità. L’esempio lampante è il lavoro “AMARE”, realizzato in occasione dei mondiali di nuoto a Roma per conto della Provincia. “Abbiamo scelto la stampa a caldo per rendere meglio l’idea dell’oro, elemento di contatto fra le medaglie più ambite e il sole della capitale, e la lucidatura della brochure, per emulare l’effetto di luccichio che fa brillare la superficie acquatica delle vasche”.

www.4adv.eu

LE SEDIE

Un luogo dove il rapporto stretto con la memoria si trasforma in racconto che assume tutte le modalità espressive

A Labaro, sulle sponde settentrionali del Tevere, un tempo ponte verso la campagna dell’Agro Pontino, Francesca Biancat, Valeria Lama, Andrea Pergolari e Anna Lisa Pulizzi creano Le sedie come raccoglitore di iniziative culturali formative e sociali legate alla narrazione di storie e al teatro. Il nome è tratto dall’opera omonima di Eugène Ionesco, in cui le sedie davano la misura della solitudine sofferta dai due anziani protagonisti nell’attesa dei convitati. Ogni sedia ha una sua identità, è un personaggio mancante, e accresce l’isolamento dei due. Su questo giocano i quattro fondatori, sul voler far uscire dall’isolamento la propria individualità. Con questo centro di narrazione vogliono creare un archivio di storie, testimonianze orali e ricordi che possano manifestarsi secondo diverse espressioni artistiche. Labaro è il polo geografico attorno a cui ruota l’attività di Le sedie. E’ un luogo con le caratteristiche di un paese e i servizi della metropoli, esclusi però quelli culturali. In questo si innesca il progetto del centro di narrazione che si pone come spazio interattivo e punto di attrazione culturale per gli abitanti del posto, proponendo il racconto di storie e offrendo un nuovo servizio. Il loro lavoro nasce dalla necessità di comunicare, restituendo le storie narrate attraverso il teatro, il cinema e i laboratori creativi. Come spiegano, “Le sedie è un progetto che possiamo definire ‘innovativo nella tradizione’ perchè partendo da un dato sociale, quale il rapporto con la memoria e il tempo, cerca di trasformarlo in dato culturale, in racconto, sotto tutte le sue diverse forme espressive, anche quelle tecnologicamente più innovative. Si pone quindi come un punto di raccolta di storie che trovano come ulteriore strumento di distribuzione la nostra rivista semestrale, Narratempo”. L’importante è rendere partecipe il pubblico, renderlo parte dello spettacolo, “c’è un concorso di creatività tra attore e spettatore. Ogni spettatore mette in gioco la propria immaginazione per cercare il racconto che si nasconde nelle cose. Attive anche alcune collaborazioni come quella con il College of Rome, con cui sono stati attivati laboratori professionali di scrittura creativa e di recitazione in inglese presso gli spazi di Labaro; mentre una realtà con la quale ci confrontiamo quotidianamente sono le scuole del quartiere alle quali proponiamo laboratori teatrali e un discorso aperto di coinvolgimento a tutte le attività del centro”.

FRANZ GUSTINCICH E PAOLO CORDOVA – MELTING

Un mensile che offre un’informazione di qualità e fatta su misura per migranti e studenti di lingua italiana

Franz Gustincich, Paolo Cordova e Massimo Ribaudo hanno ideato e creato Melting – Il mensile dei nuovi italiani, rivista concepita come strumento di informazione destinato a famiglie di immigrati e a studenti di lingua italiana. L’originalità e l’effettivo bisogno di una rivista di questo tipo nel panorama italiano di oggi, hanno portato il progetto a vincere il “Fondo per la Creatività” messo a bando dalla Provincia di Roma; un risultato importante che ha permesso ai due giovani un ulteriore ampliamento delle competenze, della crescita professionale e degli aspetti creativi legati a Melting. L’importanza che la rivista ricopre porta ad auspicare un incremento il più possibile vasto della rete di diffusione e distribuzione. Il loro lavoro nasce dal riscontro di una carenza di fonti di informazione per coloro che possono essere definiti i nuovi italiani, cioè gli immigrati e in genere coloro che studiano la lingua italiana: “Non ritenevamo adeguati i media esistenti in termini di capacità di coniugare semplicità di linguaggio e qualità delle informazioni fornite agli immigrati. Per questo abbiamo pensato di creare un nuovo mensile rivolto alla popolazione immigrata della Provincia di Roma”. Melting – Il mensile dei nuovi italiani, nasce dalle competenze dei tre: Franz e Paolo nel settore del giornalismo, mentre Massimo in quello della gestione delle nuove cittadinanze, che si sono concretizzate sull’idea di fornire informazione di qualità ai nuovi italiani. “La finalità più importante è l’interesse del lettore e la possibilità di utilizzare le storie, le informazioni, i dati per una migliore integrazione e vita sociale. Fotografie e testi devono rendere semplice e immediato il messaggio che vogliamo veicolare. Un messaggio di reciproco riconoscimento delle individualità, della cultura del nostro paese, dei bisogni e dei doveri di tutti i cittadini”. Un messaggio di unione tra vecchie e nuove cittadinanze.

www.meltingweb.it

ANDREA SATTA – TETES DE BOIS

Una band, sei musicisti e un collettivo artistico. A loro due Premi Tenco, il Premio Lunezia e il P.I.M.I.

Una band, sei musicisti e un collettivo artistico. A loro due Premi Tenco, il Premio Lunezia e il P.I.M.I.

La storia dei T�tes de Bois inizia per strada, su un vecchio camioncino Fiat 615 NI del 1956 acquistato da un rigattiere, e adottato come palco ambulante del gruppo per anni. Era il 15 febbraio 1992 quando decisero di fare un concerto in Piazza Campo de� Fiori, sotto la statua di Giordano Bruno. Suonavano e cantavano le canzoni di Ferr� e Brassens, le poesie musicali di Baudelaire. Da allora tanta strada e cinque dischi. �La nostra � una storia fatta di transiti: strade, svincoli, scale mobili, sotterranei di metr� o tram, fabbriche abbandonate, stazioni ferroviarie, club, centri sociali, teatri e Festival anche prestigiosi�. La loro musica � �fatta di parole e suoni catturati nei luoghi della quotidianit�, per trasformare spazi non convenzionali in luoghi possibili dell�arte, alla ricerca di una formula altra� come al gruppo piace definirla. Questo � composto da: Andrea Satta, voce; Carlo Amato, contrabasso, basso, computer e campionamenti; Luca De Carlo, tromba; Angelo Pelini, pianoforte, fisarmonica e tastiere; Maurizio Pizzardi, chitarre; Lorenzo Gentile batteria e percussioni. Ad essi si aggiungono Anna Maria Piccoli che si occupa della comunicazione e del coordinamento con Fabio Lauteri. Infine, Raniero Terribili, il fonico. La loro ascesa li ha visti protagonisti, tra gli altri, di due prestigiosi Premio Tenco (Targa migliori interpreti): nel 2002 con il cd �Ferr�, l�amore e la rivolta� (20.000 copie vendute tra Italia e Francia e che ha accolto anche la presenza di amici come Daniele Silvestri, Nada e Francesco Di Giacomo del Banco) e nel 2007 con il cd �Avanti Pop�, che gli � valso anche il Premio italiano per la musica indipendente P.I.M.I. per il miglior tour dell�anno. Sono stati scelti dal Comune di Charleville- Meziers (Francia), citt� natale del poeta Rimbaud per il concerto del 150� anniversario della sua nascita. �I T�tes de Bois sono un non luogo� – dice Andrea Satta, cantante del gruppo, pediatra nella periferia romana e direttore artistico di tutti i progetti che il gruppo da diversi anni organizza nell�urbe e nell�interland. �Siamo una band che interpreta musica, canzone d�autore, immagini, segni, disegni, narrazione, mobilit�, poesia, parole e suoni della terra, del territorio e della citt�. A tutto ci� si � sempre cercato di affiancare l�ideazione e la direzione artistica di progetti dedicati all�interpretazione degli spazi urbani ed extraurbani, di Roma e soprattutto della periferia romana che guarda ad Est. Negli ultimi quindici anni siamo stati testimoni, animatori e sostenitori di esperienze che hanno caratterizzato l�underground romano: Centro sociale Intifada, La Maggiolina, Apollo 11 e l�Orchestra di Piazza Vittorio, l�Angelo Mai, Casale del Podere Rosa e tanti altri. Da sempre gruppo indipendente con lo sguardo puntato sulle dinamiche emotive e fisiche legate alla quotidianit� e ai luoghi di transito, abbiamo concettualizzato la categoria esistenziale del pendolarismo fino a farne un Festival, Stradarolo: uno dei primi in Italia dedicati all�arte su strada, che ogni anno ospita circa trecento artisti provenienti da vari paesi europei con danza, musica, teatro, arti visive. Nei luoghi-non luoghi di Stradarolo abbiamo poi ideato e fondato l�Officina Culturale 41� Parallelo che ne eredita la vocazione e la ribalta su un piano internazionale. Un grande laboratorio culturale che si apre a tutti i paesi e ad alcune delle maggiori citt� degli stati che si trovano tra il 41� ed il 42� parallelo�.
www.tetesdebois.it

MASASHI ONO e IRENE TORTORA – RES NULLIUS

Una linea che nasce dall’incontro tra mondi diversi in un gioco di rimandi tra design contemporaneo e patrimonio culturale

Res Nullius nasce a Roma nell’aprile del 2009 dalla fusione di due teste che sono sempre state vicine. Irene Tortora, 25 anni, italo-svizzera, si è formata all’Accademia di Costume e di Moda e al suo spiccato gusto contemporaneo, unisce l’esperienza maturata nel campo del costume e Masashi Ono, 27 anni, giapponese, anche lui formatosi all’Accademia di Costume e di Moda di Roma. Masashi lavora unendo l’uso dei moderni sistemi operativi informatici alla profonda passione per le tradizioni, attingendo dalla propria cultura orientale e dall’esperienza come grafico svolta nella sua città d’origine. “Siamo due compagni di studi che hanno deciso di unire e concretizzare le idee in un progetto comune. Nei nostri lavori tre culture: italiana, giapponese e svizzera, si fondono in un modello di abito nuovo che ha a che fare tanto con il kimono e con la migliore sartoria europea. Scomponiamo l’abito in un insieme di forme geometriche elementari che si compongono ogni volta in modo diverso, come un tangram che genera disegni a seconda della disposizione dei pezzi. Mai lo stesso abito, mai la stessa immagine femminile. Anche il concetto di taglia è annullato perchè, grazie al progetto delle chiusure, non ci sono limiti fisici alla vestibilità. Raggiungiamo l’annullamento totale della normale concezione dell’abito con l’utilizzo di stoffe e bottoni d’epoca: la ricerca di tessuti nei preziosi fondi italiani e stranieri, sottolinea la nostra volontà di trasgredire alle regole di mercato, rispondendo alle contemporanee esigenze di riuso e recupero”. Per i due stilisti l’abito è frutto di un progetto come nella migliore tradizione del design; il loro quindi è un concetto di moda che annulla la moda. Il nulla inteso come niente uguale a prima. “Il grosso impegno economico che abbiamo affrontato, in un momento che da molti era considerato sbagliato, si sta rivelando un investimento indovinato, considerato il reale interesse che importanti boutique stanno manifestando per il nostro prodotto. Anche la rete e i network, sempre sensibili a tutto ciò che porta elementi di novità, hanno risposto con interesse, più di quanto osassimo sperare. La strategia che abbiamo deciso di adottare è stata quella dei piccoli passi: abbiamo scelto personalmente solo boutique di un certo tipo garantendo, da parte nostra, un prodotto sartoriale perfetto e tessuti di eccellente qualità. Per la nostra attività avremmo potuto scegliere una sede in cui la sperimentazione e la ricerca avessero già un interesse consolidato. Molti ci dicevano che avremmo avuto più successo in città dove uno stile come il nostro avrebbe potuto trovare un humus più adatto. Anche in questo, abbiamo operato una scelta controcorrente, ricavandoci un nostro spazio e trovandoci inaspettatamente supportati da AltaRoma che ci ha inseriti nel calendario delle proprie sfilate. Tutto ciò ha confermato che Roma è una città che, dietro un’apparente immobilità, è ricca di fermenti, di voglia di cambiare, di sperimentazioni di cui forse si parla ancora poco, ma che la porteranno ad allinearsi culturalmente ad altre città italiane ed europee. Essere una piccola parte di questo progetto non può che riempirci di orgoglio”.

www.studio-resnullius.blogspot.com

ROMA PROVINCIA CREATIVA