SIMONE PALLOTTA WALLS

L’associazione che ha realizzato il progetto “Rebibbia on the wall” assieme ai detenuti. La presentazione il 14 marzo a Palazzo Valentini

“Ho cominciato a fare graffiti nel ‘92, a tredici anni. Ho continuato fino ai venticinque anni, mescolando la mia attività in strada con lo studio della Storia dell’Arte, fino alla specializzazione a Udine. A un certo punto ho smesso di dipingere per dedicarmi totalmente all’organizzazione di eventi. Ma la vera avventura è iniziata circa cinque anni fa al Nuovo Salario, dove ho sempre vissuto”.

È così che Simone Pallotta, romano, classe 1979, sceglie di raccontarsi. “Alla fine del 2005, insieme ad alcuni amici abbiamo pensato di chiamare qualcuno che potesse abbellire i muri del quartiere. Le nostre idee erano abbastanza confuse. Nonostante questo, però, nel 2006 è nata zerouno3nove, un’associazione dove portavo il mio essere uno storico dell’arte e, soprattutto, un writer”. “Inizialmente qualche parete dismessa aveva attirato la nostra attenzione, poi però ci siamo orientati sulla piccola stazione del quartiere. Volevamo decorare qualcosa che avesse a che fare con la quotidianità delle persone”.

, ha preso forma quel pensiero che ancora oggi accompagna le giornate di questo artista: la possibilità di intervenire sulla città in modo radicale. Cambiandola, rendendola più bella e accattivante. Nel 2008, mentre zerouno3nove lavorava alla decorazione di alcune stazioni di Roma producendo vere e proprie opere urbane, Simone Pallotta cominciava a collaborare con il Comune per realizzare un progetto di muri legali dedicati ai writers. Da questa esperienza nasce Walls, una delle ACU italiane (Associazioni di cultura urbana) che produce eventi e interventi, dal writing all’arte pubblica, e di cui Simone diventa direttore artistico. “Il nostro lavoro, legato in principio a un progetto di gestione di aree pubbliche destinate al writing, si sta ampliando nella direzione di un lavoro a tutto tondo sulle espressioni artistiche urbane”.

Si parte dalla street art, dunque, ma l’obiettivo è superarla, intervenendo il più possibile in modo permanente. “Dal muro legale, per chi sceglie di utilizzare la città come vetrina o luogo di espressione, fino a interventi autoriali di artisti urbani e di espressione. L’obiettivo è creare un percorso che muove dalla libertà espressiva sino alla professionalizzazione degli artisti urbani e al loro impiego in grandi opere pubbliche. Avendo ben presente la situazione a livello internazionale, vogliamo dare ai nostri interventi e agli artisti che lavorano con noi una dignità che stenta a trovare spazi e finanziamenti nelle grandi città italiane, dove, invece, ce ne sarebbe bisogno e dove non mancano le possibilità”.

Negli ultimi anni si è occupato del progetto Cromiae, che ha legalizzato più di 30 muri nella città per un totale di 6000 mq di superfici. Il progetto, che nel 2008 ha vinto il bando “Giovani idee cambiano l’Italia”, con l’allora Ministero delle Politiche Giovanili, è in continuo sviluppo e punta ad aumentare i muri legali della Capitale. “L’idea è di renderlo il più importante progetto d’Europa di muri legali. Per la mia città sogno un progetto di arte pubblica che riguardi tutte le periferie e che consenta l’espressione di artisti internazionali ma anche degli stessi cittadini, che nelle periferie ci vivono… sembra poco?”.
www.onthewalls.it

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