Siamo tutti in negativo

Località: Fabriano
Spazio espositivo: Nuova Galleria delle Arti (ala B)
Indirizzo: Via Vincenzo Gioberti
Periodo: 11- 25 novembre
Orario: 17.00/20.00 venerdì/domenica (altri giorni su appuntamento)
Titolo: Siamo tutti in negativo
Artisti: Massimo Melchiorri
Organizzazione: InArte Fabriano
Curatore: Giuseppe Salerno
Patrocini: Comune di Fabriano
Inaugurazione: 11 novembre ore 16.00

Si sconsiglia la visione ad un pubblico non dotato di smart-phone

Tanto che abbia voluto riprodurre il mondo reale, tanto che abbia inteso comunicare pensieri ed emozioni, l’uomo nei secoli si è avvalso degli strumenti che il tempo metteva a sua disposizione.

In ragione di ciò, all’arte, manifestazione alta del comunicare, va riconosciuta, in quanto a modalità espressive e contenuti, la migliore rappresentanza d’ogni tempo e luogo.

Le attenzioni, le conoscenze e le disponibilità, ambiti che circoscrivono culturalmente le società, sono costrizioni per l’artista la cui produzione sempre è stata, e a maggior ragione oggi, il luogo dell’irrisolvibile conflitto tra il confine ed il suo superamento.

Un’arte, in particolar modo quella dell’ultimo secolo, che non si fa scrupolo, alla ricerca di orizzonti più vasti, di stravolgere la tecnica né tantomeno di stressare la materia.

Impadronendosi degli strumenti del contemporaneo l’artista conduce su di essi e con essi indagini generatrici di messaggi in grado di sorprendere collettività disattente e posizionate sempre almeno un passo indietro.

Specchio “anticipatorio” del mondo, la storia dell’arte è una storia dell’umanità coralmente raccontata, nel mentre che accade, da sensibilità speciali a null’altro finalizzate se non ad un insopprimibile bisogno di dare lettura critica al tempo.

E così, per il tramite degli strumenti di cui si appropria, l’arte è la prima a parlarci di una società in trasformazione a ragione delle tecnologie che essa stessa genera.

Prese di possesso, quelle dell’artista, che danno luogo ad utilizzi disinvolti e talvolta spregiudicati, capaci di offrire “visioni contemporanee” ad un sentire straordinariamente parallelo nello spirito a quello dello scienziato che dei nuovi strumenti è artefice.

In questo divenire da oltre un secolo il concetto di arte ha dimenticato la centralità della componente tecnica per dare crescente copertura all’aspetto immateriale, al libero vagare del pensiero, e porre attenzione alla significanza dell’opera in rapporto al tempo e al luogo.

Massimo Melchiorri, rappresentante esemplare del nostro tempo, si rivolge con questi suoi lavori ad una società in simbiosi con l’iPhone.

Ribaltando quanto abbiamo sostenuto faccia normalmente l’arte, Melchiorri non si appropria del nuovo mezzo ma si pone dalla parte di quel pubblico la cui visione d’ogni cosa sembra dover essere sempre più mediata proprio da quello strumento.

Produce pertanto immagini pittoriche al negativo preoccupato di offrire visioni che, questa volta attraverso un uso “intelligente” del mezzo, riconducano inequivocabilmente l’osservatore a quella realtà con la quale si va sempre più perdendo il rapporto diretto.

Attraverso l’uso del telefonino le immagini pittoriche riconquistano i colori della realtà e, come per magia, noi spettatori siamo tutti in negativo.

Giuseppe Salerno

ROMA PROVINCIA CREATIVA