MARIA CLAUDIA CLEMENTE e FRANCESCO ISIDORI – LABICS

Luogo di ricerca e sperimentazione, dove il progetto è considerato uno strumento di indagine della realtà

Labics è uno studio di ricerca e sperimentazione fondato nel 2002 da Maria Claudia Clemente e Francesco Isidori, attuali direttori. Poco dopo la sua fondazione, lo studio, vincendo un importante concorso per il progetto di un Campus universitario a Rozzano (Milano), conquista l’attenzione nazionale e internazionale e nel 2003, in occasione del Design Vanguard Issue, è stato copertina di Architectural Record. Labics è luogo di ricerca e sperimentazione, dove il progetto è considerato uno strumento di indagine della realtà. “Ogni progetto richiama un tema di ricerca, attira una o più immagini; quelle che noi, citando Rella, chiamiamo figure. Progettare per noi significa sovrapporre l’immagine del luogo e quella del progetto. È in questa inspiegabile operazione di commistione, in cui le immagini trascendono la loro stessa superficie, che si producono nuovi significati”. Dal 2003 Labics è responsabile del concept-design della catena di bar-ristoranti Obikà, di cui cura lo sviluppo nazionale e internazionale e ha vinto numerosi concorsi di progettazione, esponendo nel 2008 alla XI Biennale di Architettura di Venezia e ampliando il proprio network: “il progetto di architettura implica necessariamente un qualche tipo di movimento, sia perché l’attività progettuale coinvolge tanti soggetti, sia perché l’architettura modifica la vita delle persone immettendo nella realtà un germe di cambiamento. L’interesse dello studio è verso progetti che prefigurano un uso pubblico e collettivo dello spazio e il movimento creato da Labics è stato e sarà importante e al tempo stesso rischioso. Sotto il profilo economico i nostri progetti hanno creato molto movimento, spesso a vantaggio della collettività; non pensiamo al nostro mestiere come a un hobby per ricchi ma come a un servizio per tutti. Esiste anche un’altra possibile accezione del termine movimento che è quello relativo alla comunicazione, all’incremento del ‘rumore di fondo’. Certamente, anche in questo senso, abbiamo creato movimento ma è stato involontario”. Per quello che riguarda Roma “i progetti che hanno avuto un ruolo più importante sul territorio sono quelli che appartengono allo spazio pubblico della città e le ricerche attualmente in corso di elaborazione potrebbero avere un impatto molto importante. Attualmente sono iniziati i lavori per la realizzazione di un complesso di edifici, la Città del Sole”. Per il futuro, “immaginiamo la nostra città costituita da una rete di bordi attivi, luoghi di passaggio e transizione, capaci di connettere una serie di differenti ecologie: isole di tessuto urbano e ampi vuoti che inglobano il paesaggio. In altre parole vediamo la possibilità di sviluppare una nuova struttura urbana, anche attraverso Borderline Metropolis, progetto di indagine su Roma che, partendo dall’interpretazione dell’esistente, proietta la città verso un futuro migliore”.
www.labics.it

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