LUCA MODUGNO – ARTWO

Punto d’incontro tra Arte, Design, Ecosostenibilità e Sociale per una creatività destinata “al recupero”

Artwo è un associazione culturale, costituita nel 2003 da Luca Modugno, con lo scopo di promuovere artisti e giovani designer e lavorare con le realtà penitenziarie per offrire ai detenuti un percorso formativo. Luca Modugno, presidente di Artwo, insegna presso l’Istituto Europeo di Design e l’Istituto Superiore di Comunicazione di Roma fino al 1997; nel 2000 è Amministratore Unico della Modo Comunicazione e nel 2002 collabora con la S&B Cinematografica come direttore artistico per la produzione del primo cartone animato in 3D europeo, “L’apetta Giulia e la signora vita”. Dal 2009 è direttore artistico delle Officine Farneto a Roma per gli eventi culturali: “Artwo nasce quando ancora l’uso di parole come ecosostenibilità e sostenibilità sociale non era abusato, con la volontà di riattivare quei processi mentali e produttivi propri di un ‘pensiero laterale’, mettendo arte, design ed ecosostenibilità su un piano dialettico. Un incubatore dove artisti e giovani designer possano dar sfogo alla loro creatività con la certezza di essere sostenuti nella progettazione e proposti sul mercato”. Grazie ai proventi ricavati dalla vendita degli oggetti, nel 2007 Artwo realizza all’interno della Casa Circondariale di Rebibbia un laboratorio attrezzato e alla fine del 2008 inaugura una nuova sede e di un nuovo laboratorio per aiutare i ragazzi appena usciti dalle scuole di specializzazione nell’inserimento lavorativo: “l’incontro tra azienda, ecosostenibilità e arte produce un effetto positivo nelle relazioni tra il cliente, il fornitore, i dipendenti e il territorio. Artwo è un insieme di arte, design, ecosostenibilità e sociale. Tutto ciò ha favorito il coinvolgimento di artisti e gallerie d’arte; scuole d’arte e di design, tra cui lo IED e l’Accademia di Belle Arti; il circuito dei bookshop museali romani attraverso Zetema e Gebart; diverse aziende che hanno deciso di fuggire dalla produzione stereotipata e dal gioco della concorrenza intesa solo quantitativamente”. Per il futuro, la parola d’ordine sembra essere: ‘innovare’. “Roma è una città d’arte per eccellenza. Dovremmo trasformare tutti gli input culturali e artistici che ci può offrire e modificarli, mescolandoli con sperimentazione, innovazione, inventiva e tradizione artigianale tipica del nostro Paese. A Roma è sempre mancata la vicinanza con il ‘tessuto produttivo’. Oggi non può essere più così. Internet e le nuove tecnologie ci possono aiutare. Quello che manca sono i cantieri creativi capaci di sperimentare e creare non solo ciò che il mercato vuole, e che quindi già si conosce, ma soprattutto quello che proviene dalla creatività pura, senza aver paura del nuovo. Per il futuro immagino Roma come un hub creativo. Un centro dove convergono input da diverse culture per poi essere rielaborati sotto forma di progetti ad alto contenuto creativo che invoglino le aziende a sperimentare e realizzare prodotti innovativi ed ecosostenibili. Nel mio piccolo, è quello che sto tentando di fare”.
www.artwo.it

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