LUCA MAMONE SANTA SANGRE TATOO

Il nuovo fermento intorno ai tatuaggi, una passione che si diffonde sempre più e che è diventata mestiere

“Quando andavo al mare nei primi anni 90 passavo ore a disegnare sulle braccia degli amici finti tatuaggi che dopo un bagno erano già ricordo. Sistematicamente, al ritorno dalle vacanze, rimpiangevo di aver scelto il liceo classico”. Luca Mamone, fondatore del Santa Sangre Tattoo, studio di tatuaggi fondato nel 2001 nello storico quartiere di San Lorenzo, racconta così il suo inizio da autodidatta. La sua grande passione per quest’arte si concretizza durante un viaggio a Losanna, quando Luca rimane folgorato dal lavoro del tatuatore di fama mondiale Filip Leu, sul braccio di un suo amico. “Era il 1997 e dopo aver lasciato antropologia alla Sapienza, mi sono iscritto all’Accademia di Roma, per cercare delle basi nel disegno. Dopo aver rovinato innumerevoli corpi fra cui il mio, per sperimentare le mie nuove attrezzature, sono stato invitato a lavorare nello studio di Sergio Diomede, dove sono rimasto per circa due anni: la passione era diventata un lavoro senza che nemmeno me ne accorgessi. Così mentre i consigli della mamma di trovare un lavoro ‘normale’ si tramutavano in pacche sulle spalle, a San Lorenzo nasceva il Santa Sangre Tattoo, lo studio dove tutt’ora lavoro”. Sin dai tempi del liceo, oltre alla passione per i tatuaggi, Luca Mamone coltiva quella per la musica, dal punk/hardcore fino alle sonorità più new wave/post punk; attualmente suona ed è in studio di registrazione con i Confield”. Quando riesco a ricavare del tempo libero da musica e disegno, costruisco macchine per tatuare, utilizzate da artisti in ogni parte del mondo. Ritengo estremamente gratificante riuscire a capire, e a creare da solo, gli strumenti con i quali lavoriamo. Il tatuaggio si è evoluto in maniera incredibile negli ultimi dieci anni. Moltissime persone ne sono affascinate e decidono di intraprendere questa carriera. Senza dubbio la facilità di reperire materiali e attrezzature (quindici anni fa era una caccia al tesoro) da una parte ha tolto fascino ma dall’altra ha dato possibilità a molti talenti di esprimersi al meglio. Accanto ai tatuatori romani ora c’è gran fermento e voglia di relazionarsi, anche da parte di tante persone che prima, frequentando accademie e scuole d’arte varie, non avrebbero mai pensato al tatuaggio come forma d’espressione”. La nuova ondata di fermento nel mondo dei tatuaggi ha reso Roma uno dei nodi focali del panorama nazionale ma per Luca, c’è ancora molta strada da fare. “Spero che in futuro si sappia apprezzare e valorizzare di più l’arte, che si esca dagli schemi, che si inventi. C’è molto provincialismo nell’approccio dell’italiano medio all’arte. A volte, gli stessi artisti, intesi come coloro che producono arte per guadagnarsi da vivere e non solo per diletto e hobby, tendono a emulare cose che persone più originali di loro hanno già fatto. Credo però che molto stia cambiando, in meglio ovviamente, ma la strada è ancora lunga”.
www.myspace.com/lucamamone

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