FINISSAGE ICE BADILE

Lo studio d’arte termina la sua attività nell’ex fabbrica di scatole di Monteverde Vecchio

Lo studio d’arte Ice Badile presenta un finissage “Non esisto, e adesso chiudo”, all’insegna della visual art, della musica e del video per la chiusura dell’attività il 23 giugno 2011, dalle 20:30 (Via Basilio Bricci 37) . Nato dodici anni fa in una ex fabbrica di scatole, una struttura dimenticata nel quartiere di Monteverde Vecchio, lo studio si è occupato di arte contemporanea a partire dal lavoro dei suoi fondatori, gli artisti Ivan Barlafante, Claudio Di Carlo, Emilio Leofreddi, Claire Longo, Daniela Papadia e il designer Andrea Orsini, insieme al contributo esterno di realtà e figure come: Vittorio Santoro, Emilio Leofreddi, Marina Mesnic, Gianluca Cavallo, Violante Placido, Alessandro Gabini, Valerio Calcagnile, Asia Leofreddi, Andrea Moscianese, Simone Giordano, Lorenzo Piermatteo, Gianluca Verduchi, Daniele Grillo, Daniela Papadia, Andrew Mutter, Sara Alberani, Margherita Marchioni, Karolina Szewczyk, tra gli altri, critici d’arte, giornalisti, curatori, galleristi, collezionisti. Un impegno che negli anni aveva visto crescere lo studio-scuola dedicato nella formazione di numerosi artisti emergenti e nel mantenimento di un costante dialogo sul contemporaneo attraverso la pittura, la fotografia, il video, la musica, la scrittura, il design e l’architettura. “La fabbrica, il luogo, sono gli artefici del legame tra i fondatori che hanno continuato ad operare indipendentemente e che ora si sciolgono per la fine del contratto d’affitto con le architetture, diventate la personificazione dello Studio. E così prende vita l’identità di un atelier outsider del sistema dell’arte in quanto sistema, ma paradossalmente format ed esempio della creatività per eccellenza. Un humus fertile per creatività, relazioni, network, alimentato dal lavoro quotidiano dei suoi protagonisti. Invisibile ai passanti, presenza potente e contagiosa e punto di riferimento per gli interessati, proprio perché è un “non luogo”, proprio perché non esiste e potrebbe esistere ovunque ed essere di chiunque, trattando gli archetipi del processo creativo”.

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