Claudio Libero Pisano ha una solida formazione da restauratore, con specializzazione in marmi e gessi antichi. Dopo aver lavorato sui marmi archeologici dell’Arco di Costantino a Roma e dell’Arco di Galerio a Salonicco, in Grecia, si è occupato della Collezione dei calchi di Villa Medici. Si è poi avvicinato al Novecento con l’incarico ricevuto dagli “Archivi Emilio Greco” di restaurare la collezione del maestro siciliano. La dedizione verso l’arte contemporanea ha creato un ponte tra il restauro di opere contemporanee, la curatela e la creazione di eventi. Direttore scientifico della collana “Mutt – Arte Contemporanea”, Claudio è anche membro del Comitato Scientifico del Museumgrandtour. Inoltre, dal 2007 è direttore del CIAC, Centro Internazionale per l’Arte Contemporanea di Genazzano.
La sintesi tra l’antico e il contemporaneo è uno degli aspetti che contraddistingue la personalità e l’attività che Claudio Libero Pisano oggi svolge anche al CIAC “un museo con una vocazione al contemporaneo impressa nel ‘79 da Achille Bonito Oliva, con la mostra “Le Stanze”. Da allora gli artisti coinvolti hanno rappresentato l’arte contemporanea italiana nel mondo”. “Cerchiamo di seguire quel solco prestigioso – spiega – lavorando dialetticamente con creativi giovani e affermati, spesso portandoli a produrre dei lavori a partire dalle stanze del castello”. Proprietà della famiglia Colonna fino al 1979, il castello è poi diventato di proprietà del comune e al suo interno è sorto il museo. Questa particolare collocazione urbanistica ha permesso sia ai cittadini sia ai visitatori di avere un rapporto diretto con il maniero.“Abbiamo messo a disposizione degli artisti l’eccellenza di questo spazio perché il rapporto empatico con loro è una nostra priorità. Crediamo in un ambiente nel quale le mostre siano il frutto di un percorso collettivo e condiviso, per questo la nostra linea curatoriale è incentrata sul principio della contaminazione, ed assumiamo il termine “locale” nella sua accezione più ampia e internazionale. È nostro desiderio essere riconosciuti come una realtà del territorio della provincia di Roma che ha con la capitale una relazione di stimolo e mai di competizione. Un luogo dove i progetti di arte contemporanea siano espressione e risultato di una rapporto sano con il territorio e mai autoreferenziale. Insomma, un luogo aperto e permeabile”.
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