Località: Acri (CS)
Spazio: Palazzo San Severino, Sala delle Colonne
Indirizzo: Piazza Falcone,1
Periodo: 23 marzo – 7 aprile 2013
Orario: 10.00-13.00 /17.00-19.00
Titolo: seidonnepersei
Artiste: Elena Finestauri, Luigia Granata, Lughia, Mirna Manni, Anna Massinissa, Lucia Paese
Curatore: Giuseppe Salerno
Organizzazione: a cura di Lucia Paese
Patrocini: Comune di Acri – Fondazione V. Padula – MACA
Inaugurazione: sabato 23 marzo ore 17:30
Parte da Acri con il sostegno dell’Amministrazione Comunale – Assessorato alla Cultura e della Fondazione V. Padula questa mostra itinerante per l’Italia che vede protagoniste sei donne i cui elaborati individuali sono utilizzati da ciascuna di esse per la realizzazione di opere/installazioni complessive ogni volta diverse.
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In società portate allo sfascio dal governo degli uomini è nella comunione delle donne la speranza di futuro?
Lontane per territori d’appartenenza, poetiche e modalità operative, sei artiste sembrerebbero confermare questa tesi quando, coscienti e forti del valore delle loro diversità, insieme concorrono alla definizione di una grande opera collettiva che, assumendo forme differenti in relazione ai luoghi attraversati, si rigenera in un divenire armonico e senza fine.
Mettendo in comune il frutto di quel sentire individuale che le rende uniche le sei protagoniste determinano le condizioni perché ciascuna di esse possa, in successione, dare vita ad una propria architettura capace di offrire una giusta rappresentazione dell’esistente in tutta la sua complessità.
Un incontro di visioni personali, intime, che tornano a confluire ogni volta in un unicum omnicomprensivo e mai eguale a se stesso.
Un’operazione dal carattere forte e sottile allo stesso tempo, interamente giocata su equilibri declinati al “femminile” dove la disponibilità, il rispetto, l’integrazione, la flessibilità e l’accettazione sono lì a connotarne il percorso segnato da continue rinascite.
Sei le protagoniste di questa avventura che coinvolge altrettante città di riferimento e sei le opere, rigorosamente del medesimo formato, da ciascuna di esse offerte affinché, come tessere di un mosaico universale, concorrano all’incessante ridefinizione di quel futuro che a tutti appartiene.
Giuseppe Salerno