WILMA SILVESTRI – ABITO

Boutique di moda, spazio espositivo, laboratorio, contenitore di idee per un approccio alla moda multidisciplinare

Le Gallinelle è una boutique di moda situata in via del Boschetto, nel quartiere Monti, fondata nel 1989 da Wilma Silvestri, all’interno di un’ex polleria. La boutique ospita una selezione di capi vintage e le creazioni uniche realizzate da Wilma che nel 1990 inizia a noleggiare una vasta collezione di abiti vintage a cinema e teatro, iniziando una collaborazione, che dura ancora oggi, con vari registi italiani, tra cui Carlo Mazzacurati, Nanni Moretti, Sergio Rubini, Gabriele Salvatores, Giuseppe Tornatore, Carlo Verdone, Paolo Virzì. Nel 1995 nasce la prima vera e propria collezione Le Gallinelle, disegnata da Wilma e realizzata con tessuti africani. Nel 1999 apre il Magazzino Le Gallinelle, in via Panisperna 59/61, che accoglie la collezione privata di Wilma di abiti autentici del novecento per il cinema, il teatro e ‘uffici stile’, tra i cui clienti figura John Galliano che per la sua ricerca acquista e noleggia abiti di varie epoche. Ed è proprio in una parte ristrutturata del magazzino che, nel 2009, nasce Abito, luogo dedicato alla moda, al costume e al design che oltre alla vendita a tema di capi vintage, ospita temporaneamente giovani stilisti coreani, conosciuti durante la Fashion Week di Seoul: “Abito è un contenitore di idee, un laboratorio in cui si crea continuamente. Realizziamo diversi progetti, tra cui la linea Confezioni Espresse, composta da circa venti modelli, semplici, ma originali, in cui si può scegliere il tessuto che si preferisce e il capo viene realizzato, su taglia e in diretta, in un tempo che va da un minimo di venti minuti a un massimo di sei ore. Abbiamo sentito il bisogno di passare la sede storica ai giovani che hanno bisogno di farsi conoscere e che abbiamo visto crescere, cercando di coinvolgere e di presentare anche giovani stilisti internazionali. Proprio per questa ragione, la sede storica di via del Boschetto, ovvero la vecchia polleria, diventa “Le Gallinelle Studio”, laboratorio di espressione di nuovi giovani designer quali Valentina Bacci e Giorgio Maroni, che disegnano e producono la linea C.A.M.”. Nel 2005 apre inoltre lo spazio Atelier in un appartamento di Via degli Zingari 38, all’interno del quale vengono ospitati una serie di eventi tra cui “La Clinica dello Stile” con Compai Collective, gruppo creativo americano e il progetto Nut 4 Brain, in collaborazione con la stilista bosniaca Lidija Kolovrat. “Sicuramente Roma offre la possibilità di entrare in contatto con molte persone, anche grazie al turismo. Di contro a Roma non si fa molto per la moda e bisogna farsi conoscere solo con le proprie forze senza il sostegno e l’aiuto di nessuno. Nel nostro piccolo cerchiamo di mantenere alti gli standard di professionalità. E così, anche quando partecipiamo a un mercatino vintage, ci teniamo a realizzare una linea apposita. Soprattutto cerchiamo sempre di collaborare con altri settori quali il cinema, il design, l’architettura, per un approccio multidisciplinare che sia di stimolo e confronto per entrambi”.
www.legallinelle.com
www.abito61.blogspot.com

STUDIO IAN+

Una struttura multidisciplinare, un gruppo di progettazione, ricerca e sperimentazione per ri-abitare la città

IaN+ nasce nel 1997 attorno a un nucleo di tre persone, gli architetti Carmelo Baglivo, Luca Galofaro e l’ingegnere Stefania Manna, configurandosi come una struttura multidisciplinare “fondata con la volontà di creare un gruppo di progettazione in cui ricerca, teoria e pratica siano sullo stesso piano. Per farlo abbiamo scelto come strumento la pratica del concorso e il confronto internazionale. Nel 2004 abbiamo vinto la medaglia d’oro all’architettura italiana per l’opera prima. Contemporaneamente i nostri progetti sono entrati a far parte della collezione del FRAC Centre d’Orleans che raccoglie progetti di architettura sperimentali. Due facce di un’attitudine a considerare architettura costruita e architettura progettata, indispensabili per la nostra creatività”. Nel 2010 IaN+ vince il concorso per il Masterplan di edilizia residenziale per l’area di Via Ca’ D’Oro di Mestre, e la mostra personale “IaN+ _ Architettura a Roma” viene ospitata dalla British School at Rome. Nel 2008 ottiene la menzione d’onore nel concorso internazionale per la Cheongna City Tower a Incheon, Korea e i lavori vengono esposti al Taipei Fine Arts Museum a Taiwan, nell’ambito della mostra “Archilab”. Nel 2007 figura tra i cinque studi italiani invitati alla mostra “Holland-Italy-10 Works of Architecture” al Museo MAXXI di Roma. Ha inoltre preso parte ad ArchiLab nel 2000, 2001 e 2002, alla II Biennale di Valencia 2003 e alla Biennale di Architettura di Venezia 2000, 2004 e 2008. Alla produzione progettuale si affianca poi l’attività didattica sostenuta in diverse università non solo italiane. IaN+ prende parte al dibattito sull’architettura attraverso pubblicazioni e conferenze in Italia e all’estero, quali il X Simposio Internazionale dell’Arte Elettronica a Parigi nel 2000, i seminari presso la UIC di Chicago e la Lowe Lecture alla Bartlett School of Architecture di Londra. “Queste attività ci hanno dato la possibilità di confrontarci e mantenere viva la nostra creatività grazie al continuo confronto con architetti e studenti di ogni parte del mondo. Attualmente Carmelo Baglivo è professore all’Università di Ferrara e Luca Galofaro, oltre a collaborare con lo IED di Roma, insegna alla Cornell University”. Allo stato attuale, IaN+ è impegnato nel progetto internazionale “Next-Gene 20” a Taiwan, dove 10 architetti taiwanesi e 10 internazionali sono invitati a un laboratorio a cielo aperto per la realizzazione di scenari abitativi di qualità, in dialogo con il magnifico paesaggio nei dintorni di Taipei. “Per il futuro di Roma – dicono – preferiamo citare il progetto “ri-abitare il centro”, presentato all’ultima edizione della Biennale di Architettura di Venezia e al simposio organizzato dal Centre Pompidou, “l’Enjeu capital”, attraverso il quale proponiamo di riportare i residenti nei centri storici. Tornare a “ri-abitare il centro” significa salvare la città, oggi sempre più povera di funzioni e complessità. Significa progettare l’uso della città e non il suo consumo”.
www.ianplus.it

INSULA

Dal residenziale al terziario: ricerca e progettazione a 360 gradi per innalzare la qualità degli spazi urbani

“Se si parla di creatività, spinta innovativa, coraggio imprenditoriale, la storia di Insula è una storia esemplare e stimolante, soprattutto per giovani architetti e ingegneri nel momento in cui si pongono il problema di continuare a lavorare in uno studio o cominciare a camminare con le proprie gambe”. Insula Architettura e Ingegneria nasce nel 2002 quando Eugenio Cipollone e Paolo Orsini architetti, e Roberto Lorenzotti, ingegnere, accedono al finanziamento del Comune di Roma per progetti imprenditoriali in aree di degrado urbano: “cercando una sede per la società, siamo rimasti affascinati da una ex falegnameria, oggi più simile a un loft newyorkese, in una zona di Roma già da allora poco percepita come periferica e che si stava già configurando come il cuore pulsante della creatività romana”. Accanto ai tre soci c’è poi “una rete consolidata di consulenti che ha permesso allo Studio di avere un respiro più europeo e internazionale. Altra componente di crescita è la formazione: Insula è stata infatti nominata docente corrispondente della Facoltà di Architettura, definizione attribuita agli Studi che collaborano alle attività formative, e garantiscono internship per neolaureati e studenti”. Insula opera in contesti variegati, estendendo il campo d’azione dal settore residenziale al terziario, dagli spazi pubblici al recupero di aree ed edifici dismessi, fino all’allestimento e al design, prevalentemente nella città di Roma, oltre ai progetti nell’ambito della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili: “il programma dello studio è impostato su sperimentazione e ricerca a 360°. Il desiderio di contribuire all’innalzamento della qualità urbana si è manifestato con l’intensa partecipazione ai concorsi e allo sviluppo di proposte progettuali per la città di Roma e, come attività di coordinamento e consulenza, in grandi progetti quali il Progetto Urbano Ostiense-Marconi e il Progetto Urbano Flaminio-Foro Italico, portatori di principi fondamentali per lo sviluppo di quelle parti della città in cui sono state realizzate opere di architettura o restauri importanti, come il MAXXI o il nuovo spazio de La Pelanda, il MACRO Future, l’Altro Consumo e le strutture formative di Roma Tre”. Costruire meglio e aprire occasioni di confronto. Secondo Insula sono queste le basi da cui ripartire per creare “un futuro basato su alcuni punti ineludibili, come sperimentato dalle altre grandi città europee: mobilità sostenibile, riqualificazione delle periferie, piano strutturato della residenza sociale, creazione di centri di interesse culturale alternativi a quelli del centro storico, e consapevolezza dello straordinario potere attrattivo esercitato dalla convivenza, tipica della città, tra antico e moderno. Il nostro sogno è una città che offra opportunità ai progettisti, confronto progettuale e intellettuale. Solo riaprendo la competizione sarà possibile alzare la qualità degli spazi urbani”.
www.insulainrete.it

MARIA CLAUDIA CLEMENTE e FRANCESCO ISIDORI – LABICS

Luogo di ricerca e sperimentazione, dove il progetto è considerato uno strumento di indagine della realtà

Labics è uno studio di ricerca e sperimentazione fondato nel 2002 da Maria Claudia Clemente e Francesco Isidori, attuali direttori. Poco dopo la sua fondazione, lo studio, vincendo un importante concorso per il progetto di un Campus universitario a Rozzano (Milano), conquista l’attenzione nazionale e internazionale e nel 2003, in occasione del Design Vanguard Issue, è stato copertina di Architectural Record. Labics è luogo di ricerca e sperimentazione, dove il progetto è considerato uno strumento di indagine della realtà. “Ogni progetto richiama un tema di ricerca, attira una o più immagini; quelle che noi, citando Rella, chiamiamo figure. Progettare per noi significa sovrapporre l’immagine del luogo e quella del progetto. È in questa inspiegabile operazione di commistione, in cui le immagini trascendono la loro stessa superficie, che si producono nuovi significati”. Dal 2003 Labics è responsabile del concept-design della catena di bar-ristoranti Obikà, di cui cura lo sviluppo nazionale e internazionale e ha vinto numerosi concorsi di progettazione, esponendo nel 2008 alla XI Biennale di Architettura di Venezia e ampliando il proprio network: “il progetto di architettura implica necessariamente un qualche tipo di movimento, sia perché l’attività progettuale coinvolge tanti soggetti, sia perché l’architettura modifica la vita delle persone immettendo nella realtà un germe di cambiamento. L’interesse dello studio è verso progetti che prefigurano un uso pubblico e collettivo dello spazio e il movimento creato da Labics è stato e sarà importante e al tempo stesso rischioso. Sotto il profilo economico i nostri progetti hanno creato molto movimento, spesso a vantaggio della collettività; non pensiamo al nostro mestiere come a un hobby per ricchi ma come a un servizio per tutti. Esiste anche un’altra possibile accezione del termine movimento che è quello relativo alla comunicazione, all’incremento del ‘rumore di fondo’. Certamente, anche in questo senso, abbiamo creato movimento ma è stato involontario”. Per quello che riguarda Roma “i progetti che hanno avuto un ruolo più importante sul territorio sono quelli che appartengono allo spazio pubblico della città e le ricerche attualmente in corso di elaborazione potrebbero avere un impatto molto importante. Attualmente sono iniziati i lavori per la realizzazione di un complesso di edifici, la Città del Sole”. Per il futuro, “immaginiamo la nostra città costituita da una rete di bordi attivi, luoghi di passaggio e transizione, capaci di connettere una serie di differenti ecologie: isole di tessuto urbano e ampi vuoti che inglobano il paesaggio. In altre parole vediamo la possibilità di sviluppare una nuova struttura urbana, anche attraverso Borderline Metropolis, progetto di indagine su Roma che, partendo dall’interpretazione dell’esistente, proietta la città verso un futuro migliore”.
www.labics.it

STEFANO GANGLI – LIVINGROOME

Pubblicitario, graphic designer, direttore creativo di SignDesign e LivingRoome. Coniuga design, comunicazione e creatività

Diplomato allo IED di Roma, dove insegna grafica e comunicazione, Stefano Gangli è direttore creativo di SignDesign e di LivingRoome e realizza progetti in diversi ambiti della comunicazione, dal corporate al brand building istituzionale: nel 2008 firma la campagna di comunicazione elettorale per Gianni Alemanno in occasione dell’elezione del sindaco di Roma. È membro del direttivo ADI Lazio e delegato per la comunicazione. Signdesign nasce nel 2000 come studio grafico per poi specializzarsi nella comunicazione corporativa fino ad arrivare alla progettazione di campagne pubblicitarie. “Attualmente siamo la rete design per Roma più vasta in termini di tipologie di professionisti, attività e target commerciale. Questo per l’agenzia si trasforma in business. Così, non è raro che ci vengano affidati incarichi di press office per eventi design oriented nella capitale”. Nel 2007 SignDesign dà vita al progetto editoriale LivingRoome, magazine che tratta il design in ogni sua forma con un linguaggio fatto di immagini di impatto e testi non tecnici, ma comprensibili ed evocativi con richiamo alla città. Due sono gli aspetti portanti che fanno di LivingRoome un concept unico: da un lato la diffusione della cultura del prodotto e del progetto di design a un target non tecnico, dall’altro la realizzazione di un format che sia strumento commerciale e di marketing per le aziende. Un approccio duplice che mira ad allargare il network di contatti per ricercare nuove opportunità. “Abbiamo costruito un linguaggio che è in linea con quello che i designer utilizzano per i loro prodotti o progetti, identificando il nostro target con il loro. Il tutto caratterizzato da una costante, attenta e precisa analisi delle opportunità di business che la nostra comunicazione può veicolare. È su queste linee che abbiamo realizzato il progetto LivingRoome. Sviluppata così, la creatività genera “movimento economico”. In termini di impatto territoriale, LivingRoome è un magazine di pregio, freepress, che tratta esclusivamente di design. “Stiamo sviluppando un business continuo su Roma nelle situazioni legate al design, questo perché siamo ora riconosciuti, nella capitale, come la realtà media più addentrata nel design”. Per il futuro l’idea è di sviluppare anche nel territorio romano una nuova concezione di design, non più solo pensato, ma anche prodotto: “un design che faccia vedere con una chiave nuova il movimento urbano, che serva proprio a chi genera questo movimento; un network-design che percorra la giornata di tutti: spazi comuni, energia, incontri. Altra cosa è la sperimentazione sensoriale, propria dell’arte. Nessuno in SignDesign e in LivingRoome si sogna di rappresentare una forma d’arte. Da noi si progetta comunicazione per il design, che è un atto creativo, ma basato sul ritorno di brand. Siamo bravi a fare comunicazione, le forme d’arte le lasciamo agli artisti”.
www.signdesignroma.it

ROMA PROVINCIA CREATIVA