VIANET

Una boutique creativa dove web e nuove tecnologie supportano la comunicazione integrata

Vianet è la piattaforma democratica di Luca e Giovanni Simeone, Marco Quintavalle, in arte Quint, Andrea Troiani, Fabio Rufino Gallo e Emanuele Petrungaro. Tutti romani, i sei soci condividono la loro esperienza e la passione per le nuove tecnologie e il web, seppur provengano da esperienze formative diverse. Luca fonda la società nel 1999, dopo la laurea in Antropologia Culturale e un periodo di ricerca nelle foreste del Messico e del Brasile. Giovanni, laureato in Fisica, è co-fondatore e Presidente di Vianet; Quint con una laurea in Economia si occupa di grafica, animazione, video e art direction in generale; Andrea è appassionato di web, dal marketing ai sistemi; Fabio, ingegnere informatico, di base a Toronto in Canada, e Emanuele esperto in applicazioni multimediali e Multimedia Director della società. Vianet opera come una boutique creativa: “un gruppo di 15 persone, affiatato e ben rodato, quasi tutti con una seniority molto elevata. La base è a Roma, il nostro IT manager vive a Toronto e gli account si spostano frequentemente tra Milano, Boston (USA) e Doha (Qatar) per seguire progetti internazionali”. Ciò che realizzano è un servizio di comunicazione integrata, “progettando esperienze che attraversano diversi media: siti web, campagne di marketing online, attività su social media, giochi e applicazioni per dispositivi cellulari e tablet, tecnologie per eventi e musei; un mix che abbiamo sintetizzato in “Hybrid Communication”, il nostro pay-off”. Vianet offre un lavoro ‘quasi sartoriale’ che cerca di disegnare un progetto creativo su misura per ogni tipologia di esigenza, ma soprattutto il lavoro di Luca, Giovanni, Quint, Andrea, Fabio e Emanuele si caratterizza proprio per una continua ricerca di tecnologie e soluzioni creative, che “cerchiamo di scovare con le nostre esplorazioni a cavallo tra il mondo della ricerca scientifica, dell’arte, del design”. E ognuno condivide la propria specialità all’interno di questa piattaforma democratica, con i 6 soci che lavorano full-time “Vianet è l’incarnazione di una specie di tavola rotonda contemporanea in cui una visione comune si arricchisce delle specificità dei singoli individui. Quindi ognuno contribuisce al risultato finale con la sua specifica esperienza: dal direttore creativo al responsabile della produzione multimediale”.
www.vianet.it

ALESSANDRO ALESSANDRONI

NELLA LIBRERIA INDIPENDENTE: CINEMA, ARTE, FOTOGRAFIA, DESIGN, CUCINA E… BIRRA

Alessandro Alessandroni fonda Altroquando, libreria indipendente, come alternativa a un percorso di studi che non rappresentava più uno stimolo. Per questo cerca la propria strada tra i libri e, dopo alcune esperienze nel mondo dell’editoria, nel 2002 fa nascere la sua creatura. Difficilmente ascrivibile a una categoria ben definita, Altroquando è sicuramente una libreria, ma anche un punto di incontro per gli appassionati di letteratura, cinema e arte. Alessandro organizza nei suoi spazi rassegne, concerti, presentazioni di libri, letture animate per bambini, corsi tematici e incontri culturali multietnici. La sede è nel cuore del centro storico romano: via del Governo Vecchio, posizione privilegiata perché è qui che la storia di Roma e i giovani si incontrano originando un cortocircuito culturale unico. “L’idea è essere sempre più un punto di riferimento, non solo una libreria – racconta Alessandro Altroquando, infatti, è prima di tutto un ‘luogo’. Chi varca la nostra soglia deve avvertire immediatamente la differenza con gli altri posti e sentirsi piacevolmente stimolato. Questo ci aiuta a liberare il libro dal suo retaggio di sacralità. Non è un oggetto pesante, serio, per pochi eletti, come invece è spesso raffigurato nell’inconscio italiano. Quando ci libereremo dei ‘Promessi Sposi’?” Le attività che
animano il locale hanno come sfondo pareti ricche di libri di cinema, narrativa, buone proposte di arte, fotografia, design e una selezione di letture per bambini. La sezione inferiore, lo spazio UnderQuando, con un gioco di parole, introduce a una selezione letteraria underground, dove la cultura si trasforma in luppolo, accompagnata da musica,
proiezioni, letture. “Ho cercato di far coincidere le mie passioni con il mio lavoro. Cinema, musica, arti… birra. E la gente. È bello interagire con chi frequenta e apprezza questi mondi”. La diversità di Altroquando sta nel modo di proporsi al pubblico, sia nell’aspetto informale e colorato, sia nei contenuti, spesso ironici. Alessandroni si inserisce nel panorama di librerie e di editori indipendenti, sottolineando quanto sia “fondamentale in questo momento confrontarsi, collaborare, accordarsi, provare nuove strade insieme. Il nostro Paese non solo non tutela queste realtà, ma le penalizza, le schiaccia a favore di
grandi interessi commerciali”. È da qui, da tutto questo fermento e questa passione e dalla voglia di generare un cambiamento culturale nel territorio romano, che nasce il lavoro di Alessandro.
www.altroquando.com

CAT CLAWS

L’indie pop incontra il garage rock su un terreno decisamente urbano che racconta la quotidianità

I Cat Claws sono composti da Lavinia De Santoli, voce e chitarra ritmica, Marco Caizzi, chitarra ritmica e solista, Guido Lampredi al basso, Carlo Pelosio alla batteria e Francesco Frisari alle tastiere. A distanza di tre anni da “Magic Powers” e dopo aver condiviso il palco con gruppi come Babyshambles, OK Go e Gang of Four, hanno appena partorito il loro ultimo lavoro. “Cat Laws” è stato registrato quasi interamente in presa diretta alle Officine Meccaniche di Milano con la produzione artistica e discografica di Giacomo Fiorenza, già noto per il legame con Moltheni, Giardini di Mirò, Paolo Benvegnù. Una band vecchio stampo, che si nutre dell’odore della sala prove, dà il meglio nei live e suda insieme al suo pubblico. Ispirati dai Pixies e con contaminazioni indiepop, dance e noise, ma con un cuore decisamente garage rock. I Cat Claws si sono formati col passare degli anni. Il 2003 ha suggellato l’incontro tra Lavinia e Marco e l’aggiunta di Guido. “Nell’anno successivo abbiamo inciso con il nostro primissimo batterista, Monir, che in breve tempo ha lasciato il posto a Valentina Larussa. “Il successo del demo ci ha permesso di esibirci per tre anni di fila così nel 2008 è uscito il nostro primo disco,“Magic Powers”, grazie alla neo-nata 42 Records. In quel periodo fiorente abbiamo avuto la fortuna di andare in tour e di aprire i concerti dei Babyshambles, quindi di provare sulla nostra pelle la sensazione di suonare davanti al grande pubblico. Sono stati giorni molto intensi. Dopo la lavorazione dei nuovi pezzi, d’elaborazione più pop e meno grezza, ad aprile scorso è venuto alla luce “Cat Laws”. L’ultima sostituzione del batterista, che nell’album è Simone dei Masoko, si è conclusa con la definitiva presenza di Carlo Pelosio. Ora abbiamo anche Francesco Frisari alle tastiere”. I Cat Claws credono nella loro identità ma senza assolutizzarla. “Ascoltiamo molta musica, è normale che ci siano delle influenze. D’altronde, chi può dire cos’è originale? Molti si affannano per esserlo a tutti i costi, diventando boriosi. Noi vogliamo divertirci e suonare quello che ci piace. Probabilmente la nostra originalità sta nel fatto che non la cerchiamo”. Band consapevolmente urbana, nella musica e nei testi. “Non parliamo molto di cose astratte, poco d’amore e per niente di politica. Preferiamo raccontare ciò che ci accade, quello che ci circonda, soprattutto in città. Questo è palpabile in pezzi come “She knows every single part of the city”,“Downtown” o “The Fool On The Bus”… l’ultima è addirittura uno sfogo diretto al trasporto pubblico di Roma. La vita è veramente dura sugli autobus!”.
www.myspace.com/catclawsband

BLOOMY ROOTS

Un reggae al femminile: energia e dolcezza per diffondere temi sociali, contro tutte le disuguaglianze

Una band di sole donne nel mondo reggae non si era mai vista. Ci hanno pensato queste otto ragazze a portare una ventata femminile nell’ambiente musicale. Alla voce Serena
Scocca
, in arte Sista Wendy, ai cori Marzia Lami alias Simple Momi, Silvia Dread Montesi al basso autrice e bassista, alla chitarra Vittoria Locurcio, Mirta Cocco alle tastiere e ai cori, alla batteria Emanuela Monni, Marta Marino al sax contralto e al trombone Raffaella Pescosolido. Tutte accomunate dalla passione per il reggae e da un contatto con la musica già dai primi anni di vita che poi è diventato invece un vero percorso di studi. Molte le loro esperienze live già prima delle Bloomy Roots. L’obiettivo odierno è creare un sound più dolce, sperimentando vibrazioni reggae tra rockstead, roots, ska e dub.
La ladies reggae band Bloomy Roots dal 2004 a oggi ne ha fatta di strada: nel 2006 partecipano al Rototom Sunsplash, nel 2007 sono al Villaggio Globale di Roma per l’apertura del live dei Black Uhruru, mentre nel 2009 aprono il concerto di Mr Derrick Morgan. I concerti in locali e centri sociali di tutta Italia fioccano, fino al 2010, anno della collaborazione con la prima donna dj della storia del reggae Sister Nancy con cui realizzano un pezzo dal titolo ‘Me a cute’. Sempre nel 2010 arrivano terze al concorso nazionale MArteLive. Il loro progetto nasce “dalla volontà condivisa di realizzare un sogno: diffondere attraverso la nostra musica un messaggio di unione e di forza, nel rispetto delle diversità, di pace, di continuo confronto dialettico. Per una comunicazione che oltrepassi i confini geografici e socio-culturali valorizzando al contempo le specificità individuali, le ‘radici’ da cui ciascuno proviene”. L’unione è la caratteristica che può descriverle meglio, “tanto più siamo unite sul palco e ci divertiamo insieme tanto più il pubblico è coinvolto e diventa parte attiva. Possiamo chiamarla condivisione empatica o ‘fomento’ o ‘groove’, ed è quella cosa che riesce spesso ad abbattere quella iniziale ‘diffidenza’ o sorpresa nel vedere un gruppo interamente al femminile. Dai commenti più frequenti del pubblico quello che arriva e colpisce di più sembra essere l’impatto di un’energia potente che scaturisce dalla compattezza del sound, contrapposta alla dolcezza e delicatezza del mood e all’aspetto scenografico di una band interamente al femminile”. Le ragazze oggi auspicano collaborazioni con artisti come Radici nel Cemento, Roots in the sky, Villa Ada, Tribù Acustica.
www.bloomyroots.it

MANUELA CHERUBINI – PSICOPOMPO TEATRO

Quando la sapienza scenica dà vita a spettacoli originali e liberi nella forma

L’attività di regista teatrale è per Manuela Cherubini come il lavoro di un ragno; tesse la sua tela con materiale vivo e l’architettura finale deve essere talmente fantastica da rendere invisibile il suo artefice. Una concezione del teatro che non ammette finalità, perché cercare di finalizzare il teatro significa provare a ingabbiarlo in definizioni inesistenti. Con ogni suo spettacolo Manuela crea un’opera viva, in cui gli artisti e il pubblico giocano insieme e in cui quest’ultimo riesce a scoprire la propria capacità immaginativa e anche eversiva. Nel 2001 fonda Psicopompo Teatro, associazione che prende il nome da un attributo delle divinità che viaggiano da un mondo all’altro: la capacità di portare l’anima da una dimensione a un’altra. “In totale libertà come ci piacerebbe che fosse il teatro”. L’idea che la regista ha del teatro è aperta a ogni genere di contaminazione, prima fra tutte la musica, poi la scienza, la storia, la filosofia, gli incontri che hanno caratterizzato la sua vita. Tutto entra nel suo lavoro, ogni persona, ogni cosa che sente e vede viene catturata e rielaborata. I drammaturghi che traduce e mette in scena sono spesso amici e hanno la capacità di divertirla facendole vedere le cose da un altro punto di vista, portandola altrove. Ciò che le interessa è “la creazione di opere vive, quindi originarie. Che non assomiglino a niente tranne che a loro stesse, che suscitino la curiosità e l’interesse da parte del pubblico. È un obiettivo ambizioso, come quello di creare la vita in laboratorio. Ma cosa c’è di più affascinante della vita? E come si fa a non desiderare di scoprire come funziona?” Il teatro che Manuela ha in mente e realizza “tende a fuggire dalle categorizzazioni. È un teatro di testo, sì, a volte. M’interessa la drammaturgia contemporanea, ma attingo alla narrativa, alla saggistica, alla musica, alla scienza, alla poesia. Amo immaginare il mio spettatore ideale, costruire delle opere per lui. È uno spettatore vorace, onnivoro, irriverente e spudorato, insofferente alle regole”. L’obiettivo da raggiungere è la bellezza, nel senso più ampio del termine: “La recitazione è l’alchimia della vita umana e il mio approccio al lavoro con gli attori è cercare di avvicinare il più possibile la complessità della vita. Costruire con artificio e fatica la meraviglia, la danza
scenica che dovrà apparire leggera, naturale, semplicissima”.

ROMA PROVINCIA CREATIVA