FAUSTO PODAVINI

Reportage emozionali e fotografia antropologica per svelare le piccole storie del mondo

Fausto Podavini esordisce come fotografo freelance di reportage; grazie alla frequentazione di Officine Fotografiche la sua strada, da quella di fotografo di studio negli anni ’90, vira verso i reportage di stampo sociale. Impegnato con la collettiva “Ostiense25” espone a Fotoleggendo 2006 e 2008. Nella sua carriera trova posto anche l’insegnamento, attività conseguente alla collaborazione con il Collettivo Fotografico WSP. L’incontro con le Onlus lo porta a fotografare le zone più problematiche del mondo come l’Africa e il Perù. Un’altra faccia del suo lavoro è la fotografia antropologica, attività che lo ha coinvolto in molte manifestazioni in Italia e all’estero. Tra i diversi riconoscimenti nell’ultimo anno Podavini si è aggiudicato il primo premio al Word Report Award ed è stato proclamato fotografo dell’anno FIOF. La passione per la fotografia di Fausto Podavini nasce come un
gioco e diventa, a poco a poco, un mestiere. “Trattando fotografia di reportage, l’originalità dei miei lavori viene semplicemente dal mio punto di vista: cercare di avere una visione che vada oltre a quello che avviene, in modo palese, nella realtà. Più si va oltre l’apparenza, più emergono originalità ed emozioni. Dare voce a piccole storie – spiega – è uno degli aspetti più belli di questo lavoro”. Il punto di partenza per un ottimo lavoro è una buona progettualità, anche se “poi il lato espressivo e quello più intimo prendono il sopravvento, ed avviene che corpo e mente diventano un tutt’uno con la macchinetta fotografica, lasciandosi così trasportare dalle emozioni”. Il lavoro di reportage ha un ruolo chiave nella carriera di Fausto. Il suo obiettivo, infatti, è “quello di raccontare storie cercando ogni volta una visione personale ed emozionale nel rispetto di ciò che si fotografa. La realizzazione di un reportage ha sempre un delicato compito che è quello di portare agli occhi della gente ciò che vede e vive il fotografo, che diventa pertanto veicolo di informazione”. Per questo vorrebbe trovare collaborazioni con realtà interessate a una comunicazione fotografica d’impatto ed emozionale, che trattano tematiche sociali e che avrebbero bisogno di una ‘comunicazione’ all’altezza del loro operato.
www.faustopodavini.eu

RICCARDO VENTURI

Nei suoi scatti guerra, disastri ambientali e tragedie sociali: la fotografia intesa come impegno umanitario

L’interesse per il mondo e per l’uomo è alla base delle scelte professionali di Riccardo Venturi. Fotoreporter da oltre venti anni, la sua carriera, intrapresa nel 1988, si è da subito orientata sulla fotografia di reportage. Ha iniziato con il dossier sullo scandalo dei fondi per la ricostruzione delle zone terremotate dell’Irpinia, e poi, dagli anni ‘90, comincia a realizzare reportage di guerra: con quello in Afghanistan ha vinto il World Press Photo del 1997. Riccardo segue i conflitti viaggiando nei paesi coinvolti, specie in Africa; si reca nei territori colpiti da catastrofi ambientali come lo Tsunami in Sri Lanka e in Indonesia, il terremoto in Iran e ad Haiti. E a questo accompagna l’impegno all’interno di associazioni umanitarie oltre alle collaborazioni con aziende private per progetti di corporate e pubblicità. Riccardo Venturi collabora con molte delle più importanti testate
italiane e internazionali tra le quali l’Espresso, National Geographic, Businessweek, Le Nouvelle Observateur, El Pais Magazine. “Svolgo con passione il mio lavoro di fotografo e considero il mio mestiere un onore e un privilegio, l’amore per la fotografia di reportage nasce dall’interesse spontaneo per il mondo e per l’uomo. Credo nell’importanza della sperimentazione fotografica, nell’interazione di diverse discipline artistiche, la musica, la
letteratura, il video, il multimedia”. Le sue fotografie sono delle visioni lucide ed emozionali dei Paesi colpiti dai conflitti e, soprattutto, delle persone che in essi tentano di sopravvivere. Grazie a questo suo sguardo, con il reportage sulla guerra del Kosovo,
vince la Leica Honorable Mention nel 1999, ed è pluripremiato per il suo lavoro sul terremoto di Haiti nel 2010. “Il mio sguardo fotografico si pone tra la documentazione giornalistica e il gesto poetico, cerco sempre di raccontare gli eventi significativi nella
storia del mondo”. La sua collaborazione con organismi umanitari è documentata, ad esempio, da progetti fotografici significativi, come quello sugli incidenti sul lavoro in Italia, dal quale è nato un libro e una mostra itinerante. Tra le numerose mostre personali e
collettive alle quali Riccardo ha partecipato: “Foto8 Summershow” a Londra, “TB-Day” a Rio de Janeiro e “Kosovo War in Europe” a New York, mentre in Italia è a Milano con “Ombre di guerra” e nella capitale per “Che ci faccio qui? I bambini nelle carceri italiane”.
www.contrasto.it

DEANNA RICHARDSON – ILEX PHOTO

Galleria e vendita online: l’arte fotografica incontra il grande pubblico

Deanna Richardson lascia la carriera di curatrice di esposizioni e di libri di fotografia tra gli Stati Uniti e l’Italia per dedicarsi a tempo pieno a un nuovo progetto, nato dalla voglia di condividere la propria passione per l’arte fotografica con un più vasto pubblico: Ilex Photo. L’evento è datato ottobre 2008 e, per l’occasione, Deanna realizza una mostra presso la 10b Photography Gallery di Roma. Ilex Photo è una vera e propria galleria d’arte fotografica contemporanea, la prima in Italia a sviluppare anche la vendita online. In essa la Richardson concentra molti dei nomi più importanti del panorama
odierno, superando in tal modo le distinzioni tra fotogiornalismo e arte. Nel sito inoltre si trovano anche conversazioni con artisti e approfondimenti per conoscere il backstage di ogni foto. Deanna Richardson annovera nella scuderia Ilex Photo artisti come Pep Bonet, Stefano De Luigi, Maya Goded, Yuri Kozyrev, Miguel Rio Branco, Angelo Turetta e Francesco Zizola. Il progetto nasce proprio per creare un nuovo approccio, più facile e intuitivo, al collezionismo di foto artistiche, andando incontro sia al grande pubblico, con
prezzi più bassi grazie a tirature più elevate, sia al collezionista classico che può acquistare pezzi che hanno tirature molto più basse nonché prove d’artista. “L’unicità di Ilex – spiega Deanna – sta nel fatto che la maggior parte dei pezzi che offriamo sono una piccola parte di progetti più grandi, di storie più articolate, un viaggio di ricerca e perseveranza che l’artista ha fatto. La fotografia è una sorta di poesia e nel sito è possibile vedere video e interviste ai fotografi, che raccontano la storia sottesa ad ogni opera. Ilex cerca di rendere questa poesia a portata di mano”. Con l’obiettivo di superare i confini, a partire da quelli geografici, l’anno scorso è stata lanciata una versione portoghese del sito. “L’iniziativa ha
avuto talmente successo da permetterci di organizzare tre mostre in Brasile: a Rio, a São Paulo e a Recife. L’idea, infatti, è quella di muoverci anche in altri Paesi e creare partnership con altre gallerie. Per ora, abbiamo in programma di tornare a São Paulo e siamo in trattativa con una galleria di Pechino”. La fotografia contemporanea è un segmento in continua crescita e ci sono molte realtà con cui Deanna vorrebbe collaborare, una fra tutte è “Vocazione Roma”, incubatrice di giovani idee con lo scopo di portare più vitalità nell’ambiente creativo romano.
www.ilexphoto.com

Il Futuro è artigiano?

Si dice che i periodi di grande crisi – economica, culturale, di valori – siano il terreno più favorevole per riflettere e mettere in discussione ciò che a lungo abbiamo dato per scontato. Fra i temi che oggi vengono dibattuti c’è l’idea di creatività. Per anni si è diffusa la tesi per cui una nuova classe creativa fatta di professionisti, intellettuali, artisti e designer avrebbe preso le redini di uno sviluppo economico fondato su un’idea di innovazione più legata alla vita degli uomini e meno a quello di progresso. L’idea di creatività continua a convincere. Il problema è che probabilmente dobbiamo rivedere i criteri con cui comporre la classe dei creativi. Certo, c’è chi lavora con le idee, chi sa comunicare, chi progetta e chi fa calcoli. La novità, che Stefano Micelli racconta nel suo libro “Futuro Artigiano. L’innovazione nelle mani degli italiani”, è che fra i creativi dobbiamo aggiungere anche chi grazie al saper fare manuale è in grado di tradurre queste idee in oggetti grazie a tecniche e gesti ereditati dal passato. 
Partendo dagli spunti di Richard Sennet e di Mathew Crawford, autori dei best seller L’uomo artigiano e Il lavoro manuale come medicina dell’anima, Micelli propone il racconto di storie di artigiani italiani che non lavorano nelle botteghe dei centri storici, ma che – al contrario – sono parte integrante del funzionamento di gran parte del Made in Italy, dalle grandi imprese del lusso alla meccanica di precisione, dalla moda alla produzione di macchine utensili.  Il libro propone una carrellata sorprendente di competenze artigiane inserite nella realtà imprenditoriale contemporanea, caratterizzate da capacità di rinnovamento e da una nuova consapevolezza. Nel resoconto di Micelli ci sono anche i piccoli: ci sono i modellisti indipendenti che lavorano per le grandi case di moda, gli artigiani che sostengono il lavoro di progettisti e dei designer, i maestri dell’artigianato artistico. Si può rimanere artigiani e rimanere sul mercato senza crescere in dimensione, dice Micelli, ma la scommessa rimane comunque quella di diventare globali.
Micelli, Stefano, Futuro Artigiano. L’innovazione nelle mani degli italiani, Marsilio Editori, Venezia 2011,
pp. 221, 18 €

CLAUDIO CORRIVETTI – POSTCART

Editore e fotografo: letteratura, immagini e designo confluiscono nella stessa personalità creativa

Claudio Corrivetti viene contagiato dalla passione per la fotografia da adolescente, quando, per la promozione, riceve in dono una Olympus OM1. Il suo contatto con l’arte però avviene molto prima: già a due anni inizia a disegnare, successivamente si iscrive
all’Accademia di Belle Arti, e poi alla Facoltà di Architettura de La Sapienza. L’incontro con Tazio Secchiaroli è un punto di svolta: nonostante la giovane età decide lucidamente che avrebbe fatto il fotografo per il resto della vita. Dal maestro riceve importanti lezioni e, soprattutto, sviluppa una nuova visione della fotografia. Nel 1994 fonda la casa editrice Postcart, dove coniuga scrittura, fotografia e disegno. Claudio Corrivetti è dotato di una creatività poliedrica, si muove agevolmente tra editoria e le varianti del mondo delle immagini. “La linea guida del mio lavoro di fotografo, disegnatore o editore – spiega – è sempre la massima libertà espressiva e la ricerca di un linguaggio personale
che deve adattarsi al contenuto del progetto. Forse l’originalità risiede nell’accettare e plasmare la propria visione del mondo attraverso una tecnica e un linguaggio adatto al messaggio. Come autore ricerco una chiave personale per la lettura del mondo e di quello che sto vivendo. Attraverso l’editoria mi piace che gli autori riescano a sentirsi rispettati e vicini al risultato che avevano in testa nel momento in cui pensavano al lavoro che sarebbe infine diventato un libro. Una cosa importante è l’utilizzo sempre maggiore della letteratura che arricchisce e nobilita ancor più il lavoro fotografico dei libri che pubblichiamo”. Come fotografo ha esposto nel 2008 in una personale dal titolo “I
luoghi di Dino Campana”, nell’ambito del festival Fotoleggendo 2008; e “Roma in bianco e nero”, presso la FNAC e il Palazzo delle Esposizioni. Da quest’ultima esce una pubblicazione omonima presso la sua casa editrice, di cui ancora oggi ne è un bestseller.
All’interno di Postcart pubblica reportage di Davide Monteleone e ospita artisti quali Sandro Becchetti, Emiliano Mancuso, Lucia Baldini con i quali ottiene diversi riconoscimenti come il premio Fotolibro di FotoGrafia – Festival internazionale di Roma, il premio Bastianelli nel 2009 e nel 2010. Tra le collaborazioni auspicate c’è quella con il Comune di Roma per la promozione della capitale.
www.claudiocorrivetti.com
www.postcart.com

ROMA PROVINCIA CREATIVA